A Torino con il confine sulla tela artisti regionali e dalla Slovenia

Al Museo Italia Arte fino all’8 agosto Sconfinamenti creativi dal XIII Mediterraneo grazie a una collaborazione con la Tivarnella Art Consultig. Curatore Chersicola

Corrado Premuda

Un museo che predilige le opere che profumano di confine e una regione che, per geografia e per costituzione, rappresenta da sempre un luogo di passaggio e di mescolanza di culture, in cui gli artisti sono imbevuti, per forza di cose, di elementi differenti e a volte contrastanti.

Nasce dall'incontro tra un museo privato di Torino, il MIIT - Museo Italia Arte, e la galleria triestina Tivarnella Art Consulting, la mostra “Sconfinamenti creativi dal XIII Mediterraneo” che, inaugurata venerdì, sarà visitabile fino all'8 agosto. Nel grande museo torinese, che si trova nel centralissimo corso Cairoli, vengono esposti venti artisti, cinque dei quali sono sloveni. La collaborazione tra il Museo Italia Arte e la galleria Tivarnella si è consolidata sulla tematica del confine e delle proposte artistiche ad essa collegata. Come sottolinea Guido Folco, direttore del MIIT: «Questa compartecipazione esplica i caratteri intrinseci delle due “città di frontiera”, Torino e Trieste, tra loro vicine per la tensione verso l’accoglienza, lo scambio e il meticciato sociale e culturale».

Il curatore dell'esposizione Enea Chersicola, che dirige la galleria triestina come anche l'associazione culturale Il Sestante, ha selezionato un collettivo di artisti eterogenei, tutti appartenenti al territorio, proponendo un connubio tra tradizione e innovazione. «Gli artisti che espongono a Torino - dice Chersicola - sono entrati nel circuito della nostra galleria e non è la prima volta che portiamo le loro opere anche fuori Trieste. Al Museo Italia Arte ogni autore ha una sala per sé e ognuno rappresenta a suo modo, ma come parte di una proposta omogenea, il suo sentire il confine e la sua idea che ruota attorno a questo tema».

Alla mostra sono presenti le opere di uno degli artisti che emblematicamente rappresenta la tradizione artistica triestina, Claudio Palčič, nel cui linguaggio pittorico il colore e il segno, la composizione e la ricerca si sostengono a vicenda. Palčič, che è quasi l'emblema del nostro confine in quanto appartenente alla minoranza slovena, presenta i suoi lavori che si focalizzano sulla sacralità del corpo. L'architetto e pittore Ennio Cervi propone una ricerca sugli orizzonti intesi come sottoconfine comune: il tramonto sul mare che vediamo da questa parte di Adriatico diventa una percezione dello spazio, una linea orizzontale che crea un concetto comune che collega coi Balcani. Darja Stefancic di Lubiana incanta con il fascino dei suoi paesaggi metafisici: l'artista lavora sull'idea di paradiso che è un giardino circondato da mura e nelle sue opere la comunicazione si muove al di là degli ostacoli, è un'unione verbale, rappresentata da castelli privi di porte.

Tra gli artisti più giovani, Francesca Alessandrini gioca col concetto di limite rendendo visuale un testo di Artaud in cui la parola diventa solo suono e la pittura è testimone e memoria. L'artista astratta Rosalba Ruzzier, che di recente ha realizzato un intenso lavoro sulla Grande Guerra partendo dal carteggio tra un soldato al fronte e una parente, durante l'isolamento dovuto alla pandemia ha utilizzato gli strumenti che aveva in casa, le spezie, per continuare un ciclo di opere che ora è esposto al completo. Enea Chersicola porta un solo pezzo che appartiene a una serie di ritratti disegnati come bozzetti in quarantena e adesso trasformati in grande formato: un pagliaccio ispirato all'opera di Leoncavallo, quello deforme che chiude il dramma.

A Torino sono presenti anche altri due maestri, Elena Faleschini ed Enzo E. Mari, e dal resto della regione ecco Ondina Altran, Miriana Bonazza, Daria Cerqueni, Manuela De Stefani, Roberto Mercanti, Adriana Rigonat, Cristina Trivellato e Loredana Verni. Tra i giovanissimi c'è Lucia Porto e poi ancora Leya Marinčič, Slavica Štrukelj-Kokoravec, Bogdan Soban e Biljana Aleksic. Non manca un catalogo di 140 pagine con testi di Samantha Benedetti e Chersicola. —

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