A Pordenonelegge premiato Javier Cercas: "Sono autore di ossessioni"
PORDENONE Due autori fuori schema Javier Cercas e Jesse Armstrong, quest ultimo presente domenica a Pordenonelegge con il romanzo d'esordio edito da Fazi "Amore, sesso e altre questioni di politica estera" (Teatro Verdi, ore 17). Due scrittori che, appunto, a loro modo destrutturano i luoghi comuni, impongono un cambio di prospettiva, affrontando temi come la storia e la memoria.
A Cercas è stato conferito il Premio "La storia in un romanzo", riconoscimento meritatissimo per chi, come lui, dell'ultimo libro fa un vero e proprio pamphlet in cui chiarisce in modo cristallino la sua poetica. Poetica evidente in testi come "Il punto cieco", a livello critico, ma Cercas è celebre per romanzi come "Soldati di Salamina", mentre l'ultimo si titola "L'impostore". In tutte le sue trame c'è sempre un punto oscuro da cui si irradia luce.
Non è ideologico Cercas, anzi sostiene come raccontare il passato in fondo non sia certo indispensabile per chi fa questo mestiere: «Non è compito dello scrittore occuparsi dei buchi neri degli storici, oltre al fatto che gli scrittori sono estremamente egoisti - ha detto a Pordenone -, scrivono solo di ciò che gli interessa e sperano che ciò possa interessare al mondo». Confessa di essere "autore di ossessioni" e in fondo anche il suo primo romanzo è sostenuto su una vera e propria fissazione: perché un soldato non uccide un altro soldato nemico e quell'atto passa attraverso uno sguardo. Ed è quello sguardo che Cercas racconta.
Dell'ultimo colpisce invece come il protagonista, un impostore appunto, possa essere creduto da tutto il mondo. Perché? «Perché la gente - dice - soprattutto davanti a brutte faccende come il nazismo o la guerra civile, preferisce credere a ciò che gli fa comodo, tendenzialmente menzogne». Cercas molto si è occupato di storie di guerra, allo stesso modo di Armstrong che ha posto al centro del suo libro la guerra bosniaca. I suoi protagonisti sono tutti molto diversi: «E forse la cosa affascinante del mio romanzo - dice - è come persone così differenti possano essere spinti a partire insieme verso un obiettivo comune anche se vanno verso quella sfida con un cuore troppo puro, non tenendo conto delle complessità di un mondo in guerra».
Anche se è stato paragonato, per certi aspetti, a Martin Amis, l'autore americano indica altri punti di riferimento come Joseph Heller, un satirico americano: «Uno scrittore che mi ha aiutato a trattare con leggerezza argomenti duri come la guerra». Armstrong comunque resta autore fondamentalmente politico. Cercas è più duttile, il libro futuro che ha in mente infatti si occuperà di Dino Buzzati, insomma un soggetto letterario. Ma a cosa serve, oggi, la letteratura? «La letteratura cambia le persone - confida -, le rende più complesse, più libere, meno schiave. Certo non sono affatto sicuro che le renda più felici, ma più libere sì. E questo non lo può fare di certo la politica».
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