A Cortinametraggio “The Game” l’esordio di Davide Salucci

Una giornata scolastica che si chiude, un giretto al centro commerciale, una discussione che arriva inaspettata, apparentemente non violenta ma con in sé il peso di un pregiudizio. Inizia così "The Game", il corto da ieri in concorso a Cortinametraggio firmato dal triestino Davide Salucci. Lo short è stato girato a Roma dove il 28enne autore risiede e dove ha da poco completato gli studi in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. "The Game" è proprio il suo corto di diploma: sarà visibile gratuitamente fino a venerdì 2 aprile sulla piattaforma MyMovies previa registrazione, mentre il regista sarà ospite anche stamattina alle 10.30 della striscia quotidiana su CanaleEuropa.tv.
«L'ho scritto insieme a due amici sceneggiatori, Lucio Ricca e Oliviero del Papa - racconta Salucci - Siamo partiti con l'idea di far vedere un rapporto d'amicizia tra due giovani ragazze che a un certo punto viene messo alla prova da un episodio di razzismo, o semi-razzismo, dal momento che nulla è palese, è tutto molto velato, ma si respira». Eva e Jasmine, le ragazze al centro del corto che vedranno messo in discussione il loro legame, sono interpretate da Asia Cossu e Fhatime Noura Kone, esordienti e entusiaste della loro prima prova attoriale con Salucci. «Eravamo già partiti con l'idea di far vedere questo tipo di problematica - spiega il regista - poi nella fase di casting, parlando con le ragazze, è stata proprio Fhatime a raccontarci di un episodio simile che le è successo». Ovvero una discussione con la dipendente di un negozio che avrà, però, conseguenze impreviste sulle giovani, visto anche il carattere battagliero del personaggio di Jasmine. La trama poi si arricchisce di altri interpreti, otto in tutto, con diverse dinamiche tra loro: «ho voluto lasciarli improvvisare - continua l’autore - ma sempre con chiara l'idea di dove dovesse andare a finire la scena. Abbiamo girato tanto e ci sarebbe stato materiale per una storia ben più lunga».
Salucci ha lavorato come assistente alla regia con Daniele Luchetti nel film "Lacci" e collaborato alla serie tv Netflix "L'Ora" di Piero Messina, sul primo giornale palermitano a parlare di mafia negli anni '50. Ora è a Roma ma scrive (da un anno) un film da ambientare a Trieste: «sarebbe perfetta - spiega - perché è come se fosse bloccata nel tempo. Architettura orizzontale, mare, città della scienza: è quello di cui ho bisogno. M'interessa ci siano calcolatori, telescopi, e l'università che sarebbe una location centrale e che amo molto: tutti elementi che mi servono, perché sarà una commedia fantascientifica». —
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