A cent’anni dalla morte l’Austria tira le somme su Francesco Giuseppe

VIENNA È stato il monarca che resse più a lungo le sorti dell'impero e il suo nome è tuttora il più conosciuto nell'ampia rosa di regnanti della casata Asburgo che si succedettero in quasi settecento anni di dominio sulla Mitteleuropa. Il suo nome è intimamente legato a eventi luttuosi per l'Austria e per l'Europa e il suo regno è stato aperto e chiuso da conflitti sociali e politici profondi. Adesso, a cento anni dalla sua morte, l’Austria si appresta a ricordare il vecchio imperatore con una serie di mostre, manifestazioni e pubblicazioni che evocano e rievocano la vita e le avventure, politiche e personali, di Francesco Giuseppe, coinvolgendo tutta una serie di istituzioni che vanno dalla Biblioteca Nazionale di Vienna al castello di Schönbrunn.
Allorché Francesco Giuseppe salì al trono ad appena 18 anni, si era alla fine del fatidico 1848, l'anno in cui accesi fermenti rivoluzionari avevano agitato i sudditi austriaci, ungheresi, cechi, polacchi e italiani, ma erano stati soffocati nel sangue. E anche quando chiuse gli occhi per sempre, il 21 novembre 1916, nel vecchio continente imperversava l'apocalittico conflitto della Grande Guerra, che avrebbe segnato il definitivo tracollo dell'impero austro-ungarico e la nascita di un nuovo, instabile ordine geopolitico in Europa.

Ma anche altri conflitti che lo videro al comando, si risolsero con sconfitte personali: le spinte indipendentiste magiare del 1849, oppresse solo grazie all'intervento russo; le guerre di indipendenza italiane; la disfatta inflitta all'impero asburgico dalla Prussia nel 1866; il perdurante conflitto con Budapest, che portò alla definitiva equiparazione dell'Ungheria all'Austria nel 1867. E fu nell'ultimo scorcio dell'Ottocento che cominciarono ad affermarsi nei territori della corona sia impetuose spinte disgreganti, sia striscianti radicalismi di stampo antisemita, incarnati in primo luogo da Georg von Schönerer e da Karl Lueger, che fu sindaco di Vienna dal 1897 al 1910.
Pure a livello privato, la vita di Francesco Giuseppe fu segnata da eventi drammatici: primi fra tutti il suicidio dell'erede al trono, Rodolfo, nel 1889, e l'assassinio della moglie Sissi nel 1898, due fatti di sangue che lo spinsero sempre più verso un'esistenza solitaria. Il suo nome è rimasto legato tuttavia anche a positive decisioni di vasta portata, a cominciare dalla fondamentale opera di modernizzazione della capitale, grazie a quell'editto di demolizione delle mura, ormai superate dal punto di vista militare, a Natale del 1857, che diede il via alla creazione della Ringstrasse, e alla costruzione di numerosi edifici pubblici e di dimore private che hanno regalato alla capitale austriaca dimensioni e qualità da metropoli, oltre che il volto ammirato ancor oggi da milioni di turisti: dall'Opera di Stato ai Musei di Belle Arti e di Storia Naturale, dall'Università al Burgtheater, al Museo di Arti Applicate.

L'equiparazione di tutti i cittadini dell'impero a partire dagli anni 60 dell'Ottocento consentì l'ascesa economica e sociale della borghesia e lo sviluppo di arti e mestieri, mentre l'apertura di molte collezioni imperiali al pubblico, creò un pilastro culturale fondamentale del governo di Francesco Giuseppe. Attorno al 1900, tre successivi inglobamenti dei sobborghi trasformarono Vienna in una metropoli multietnica da due milioni di abitanti, con strade illuminate da lampade a gas, linee pubbliche di tram, una ferrovia metropolitana, tre grandi stazioni ferroviarie. Pur sullo sfondo di forti e irrisolte carenze sociali, fu proprio sotto Francesco Giuseppe che l'Austria e soprattutto Vienna visse una straordinaria, eccezionale fioritura delle arti e della cultura. Non per volontà diretta del Kaiser, è vero, tuttavia grazie ad una progressiva apertura al nuovo, che caratterizzò molti decenni del suo regno.
Proprio per questa pienezza di elementi sia fortemente positivi che negativi, Francesco Giuseppe resta un punto di riferimento storico, ma anche popolare, ineludibile. Non potevano dunque mancare nell'anno che vedrà il primo centenario della sua morte, iniziative austriache e ancor più viennesi, volte a sondare più profondamente la sua personalità e il suo operato. Una nuova biografia firmata dagli storici Karl e Monika Vocelka (Franz Joseph I) torna a seguire a ritroso il filo della Storia, per portare alla luce anche dettagli inediti e una nuova comprensione delle scelte politiche del monarca, grazie ad un a copiosa proposta di fatti. È tuttavia con un florilegio di mostre ed eventi che la capitale austriaca rende al tempo stesso omaggio e alza il velo su retroscena imperiali.
Ed è ancora Karl Vocelka in quanto stimato esperto proprio della casata Asburgo, ad aver gestito la regia scientifica e museale di un grappolo di quattro mostre nella sale del castello di Schönbrunn, al Museo delle carrozze, al Museo del mobile e al castello di caccia di Niederweiden, a una manciata di km da Vienna. A Schönbrunn, il castello dove Francesco Giuseppe nacque e morì, una visita alle sue stanze racconta la quotidianità della sua vita da imperatore. Al Museo delle carrozze si possono ammirare veicoli per ogni occasione, di cui si servì l'imperatore, ma anche uniformi e oggetti di rappresentanza, mentre al Museo del Mobile, che gestisce l'immensa collezione degli arredi degli Asburgo, si è scelto di mettere in luce la discrepanza tra le necessità di apparire splendido sovrano e la frugalità dell'intimità prediletta da Francesco Giuseppe. A Niederweiden ampio spazio è dedicato ai momenti di svago di Francesco Giuseppe, e in particolare alla sua spiccata passione per la caccia, cui l'imperatore poteva dare libero sfogo in 142.000 ettari di riserve: «Tutte queste iniziative - spiega Karl Vocelka - mirano ad illuminare a 360° la vita di Francesco Giuseppe sullo sfondo della situazione politica in Europa dalla metà del XIX secolo, cercando di evitare i clichés e proponendo un'analisi articolata, laddove la storiografia è ormai concorde in una visione critica dell'imperatore, perché le debolezze del suo regno, la mancata soluzione dei conflitti nazionali o dei problemi sociali, hanno contribuito in modo determinante alla dissoluzione della monarchia danubiana».
Nella proposta di una riconsiderazione della figura di Francesco Giuseppe, non poteva mancare una mostra della Biblioteca Nazionale di Vienna, che nella pregevole cornice della sua Sala di Rappresentanza, fra documenti, ritratti e fotografie, propone un viaggio dentro all'immagine di sé che lo stesso Kaiser decise di convogliare al mondo grazie ad uno stuolo di pittori, disegnatori e fotografi che lo seguirono nei suoi 68 anni di regno. Ma la Biblioteca Nazionale promette di attrarre pubblico anche esponendo inedite lettere tra l'imperatore e la sua amante Katharina Schratt, nonché missive inedite di Mary Vetsera, la giovane che decise di seguire il principe Rodolfo nella morte a Mayerling.
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