Zullo difende l’ex dipietrista: «Scelto per le competenze»
TRIESTE. L’europarlamentare a “5 Stelle” Marco Zullo familiarizza con l’ambiente. Dopo il riconteggio che due mesi fa ha decretato a sorpresa il suo “ripescaggio” nelle file degli eletti, l’ingegnere veronese ma friulano d’adozione ha dovuto fare i conti con una serie di novità. Un ufficio a Strasburgo e uno a Bruxelles, carte da studiare per una miriade di commissioni, i rapporti con la variopinta compagnia del gruppo Efd, composto in primis dal M5S e dal Ukip di Nigel Farage.
Zullo, come si trova all’europarlamento?
L’esperienza è nuova e anche entusiasmante. Si respira l’aria d’internazionalità e la solennità del luogo. Abbiamo molto da fare: il compito affidatoci dai cittadini è importante.
Logisticamente come se la cava?
Ho un ufficio a Strasburgo e uno a Bruxelles. Per l’alloggio mi rivolgo agli alberghi, almeno per il momento. Altri colleghi hanno optato per un appartamento in comune.
Il drappello M5S è di diciassette parlamentari. Andate d’accordo?
Ci stiamo conoscendo, siamo un gruppo affiatato. Le visioni non sempre coincidono ma questo è positivo: serve la capacità di trarre il meglio dalle discussioni che affrontiamo. Diciassette da questo punto di vista è un buon numero, facile da gestire.
Di cosa si occuperà?
Sono titolare della commissione agricoltura, che sarà il mio primo fronte di lavoro. Poi sono supplente in altre commissioni: sviluppo regionale, mercato interno, pari opportunità, sviluppo industriale ed energia. Il lavoro non manca, soprattutto l’ultima è di peso. Tutti noi porteremo in aula i temi del M5S, che vedono un futuro basato sull’energia verde e su un’Europa che sia incontro di comunità e non di gruppi d’interesse.
Come sono i rapporti con Grillo e Casaleggio?
Analoghi a quelli dei nostri colleghi in Italia. Siamo indipendenti e autonomi. Ci rivolgiamo a Grillo e Casaleggio per questioni di garanzia su alcuni principi ma non ci vengono dettate le linee guida politiche. Siamo in contatto continuo con i colleghi a Roma attraverso mailing list e MeetUp.
E con gli elettori?
Stiamo costruendo un portale per il confronto con i cittadini: si chiamerà Europa a 5 Stelle e funzionerà come quello che già esiste per il parlamento italiano. Ogni europarlamentare del M5S, d’altra parte, è già in contatto con i cittadini attraverso mail, social network, incontri.
Ha suscitato qualche malumore la sua scelta di prendere Alessandro Corazza, ex capogruppo Idv in consiglio regionale, come suo collaboratore.
La rosa dei miei collaboratori è stata composta sulla base delle competenze tecniche e del curriculum. Le persone che lavoreranno con me sono le migliori per il compito che svolgerò. Corazza ha un curriculum di tutto rispetto, infatti nessuno mette in dubbio le sue capacità tecniche. Viene dalla politica? Sì, non lo posso negare. Ma ho voluto privilegiare le competenze. Quindi sono tranquillo: capisco che a qualcuno possa non andare bene, ma se nessuno contesta le competenze le polemiche lasciano il tempo che trovano.
Un’attivista del M5S dell’Emilia Romagna ha fatto ricorso sul suo “ripescaggio”. Non è andata giù che lei abbia superato di soli due voti la candidata modenese Giulia Gibertoni.
È una cosa che mi ha amareggiato molto. All’inizio non riuscivo a crederci, anche perché siamo nella situazione surreale in cui un’attivista del M5S fa ricorso contro un attivista del M5S per favorire un’attivista del M5S. Mai visto nulla di simile. Inoltre il ricorso è oneroso in termini economici e di energie, mi terrà occupato molte ore al giorno da qui a dicembre. Mi auguro che questa parentesi si chiuda quanto prima.
Ha avuto modo di incontrare i colleghi dell’Ukip di Farage? Il vostro patto ha suscitato non poche polemiche.
Ci incontriamo con cadenza regolare e collaboriamo. Il filo conduttore del nostro gruppo è la democrazia diretta, ed è un valore condiviso. Poi sul piano programmatico c’è libertà di voto: se concorderemo sui singoli temi voteremo assieme, altrimenti ognuno seguirà la sua linea. D’altra parte questo gruppo ci permette di avere un peso nell’europarlamento che altrimenti non avremmo ottenuto.
La compagnia è un tantino variegata.
Sappiamo che la convivenza nel gruppo di formazioni diverse si presta a strumentalizzazioni. Ci sono partiti che vengono da una storia “forte”, ma ora sono lontani dal loro passato. Ogni forma di xenofobia è vietata per statuto del gruppo, pena l’espulsione.
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