Zonin: «Vendemmia ottima per i bianchi»

Il produttore vinicolo, che ha la sua roccaforte in Friuli Venezia Giulia, assicura: «Superate le paure, il tempo ci ha assistito»
Di Furio Baldassi

TERZO D’AQUILEIA. Sono il primo gruppo italiano privato nel settore vinicolo. Arrivano dal Veneto, zona Vicenza, ma buona parte del loro prodotto matura a queste latitudini. Francesco Zonin, vicepresidente del gruppo alla pari dei fratelli Michele e Domenico, sguardo da Russell Crowe che scopre il vino in Francia in “Una bellissima annata”, non ne fa mistero. «Credo che, considerato quello che si è visto, sarà una buona, ottima vendemmia, soprattutto per i bianchi. Abbiamo avuto un maggio freddo e perturbato, un giugno così così, poi è arrivato agosto, con grandi caldi ma per un periodo limitato e un settembre mite e con temperature più alte del solito... Sì, credo che gli estremi per arrivare a un’eccellente qualità ci siano tutti. Oltre a tutto la media del raccolto, dopo tante paure, si è in realtà allineata a quella dell’anno scorso».

Il Friuli Venezia Giulia è praticamente la cassaforte alcolica di famiglia, la terra da cui arriva la stragrande maggioranza della vendemmia che poi si tramuta in 14 milioni di bottiglie di Prosecco (e si pensa già di arrivare ai 18 nel 2014) e anche in apprezzabili Sauvignon da cui arriva un prodotto di nicchia in cui credono molto, l’«Aquilis», ovviamente omaggio a quell’Aquileia nel cui territorio, tra Ca’ Bolani e Ca’ Vescovo, c’è il core business dell’azienda.

Ha parlato anche di questo, ieri, Zonin, complice un blind test sui Sauvignon che ha convogliato in azienda un ristretto gruppo di professionisti del gusto, oltre al direttore Marco Rabino e a Stefano Ferrante, chief winemaker di Casa Vinicola Zonin. «Proponiamo un Sauvignon Blanc dal ’97 - ha detto - e abbiamo studiato e ristudiato la maniera di ottimizzarlo. Per questo siamo arrivati alla collaborazione a quattro mani con gli esperti francesi dell’Università di Bordeaux, che ci hanno dato delle indicazioni importanti per migliorare il vino».

Tecnicamente parlando, si tratta di un Sauvignon Blanc in purezza di due diversi cloni, uno di provenienza italiana R3 ed uno francese Entav 108. Il vigneto dove viene prodotto si trova in località Strassoldo nel cuore della zona Doc Aquileia. A conferma dell’estrema cura con cui viene realizzato, le uve vengono raccolte manualmente in cassette, con cernita dei grappoli migliori, nelle prime ore del mattino. Le cassette, del peso di 15 - 20 kg. vengono portate in locale termoregolato alla temperatura di 4 - 6° C. dove sostano per 20 - 22 ore. Non è peraltro l’unica gloria di Ca’ Bolani, dove si crede molto anche nel Pinot bianco («Un vino meno noto - ha ammesso Rabino - perchè di solito il più commercializzato è il Pinot grigio, ma che in realtà ha tutte le caratteristiche per ritagliarsi un posto tra i grandi vini») e si realizza anche, sia pure solo per uso “interno”, un eccellente Fragolino.

Che Sauvignon e Pinot abbiano contribuito ad elevare grandemente la quotazione mondiale del Fvg, come ha argutamente annotato l’esperto Claudio Fabbro, lo conferma l’arrivo, previsto nel 2015, del Gotha mondiale del vino. Finora ancorato nella sola Bordeaux, adesso è diventato itinerante, scegliendo la nostra regione come seconda tappa.

Piccola classifica finale: nel blind test si è imposto l’eccellente Sauvignon Doc Friuli Isonzo 2012 di Magnàs, seguito dal Ronco delle Mele Doc Collio 2012 di Venica e dalla gloria locale, proprio l’Aquilis Doc Friuli Aquileia 2012 di Ca’ Bolani.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo