Zone blu a Gorizia, rischio-illegittimità sulle multe

Il ministero dei Trasporti: «Illecito sanzionare chi sfora rispetto all’orario del tagliando». Il Comune: «Siamo tranquilli. Ci sono sentenze di Corte dei conti e Cassazione che di danno ragione»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 23.09.2013 Zone blu Piazza S. Antonio Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23.09.2013 Zone blu Piazza S. Antonio Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Ombra illegittimità sulle multe comminate nelle zone blu? Il comando dei vigili urbani di Gorizia manifesta grande tranquillità. E dice di essere nel giusto. Ma un parere del ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti sulle zone-blu sta scatenando (quantomeno) una marea di discussioni in mezza Italia, a cominciare dal Comune di Milano.

Cosa stabilisce quella circolare? Semplifichiamo al massimo: andare oltre l’orario di sosta indicato sul ticket del parcometro non farebbe scattare automaticamente la multa all’auto parcheggiata nelle zone delimitate dalle strisce blu. È quanto lascia intravedere la circolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “in materia di parcheggi a pagamento” che precisa: «Sostare troppo a lungo in un parcheggio a pagamento non può essere motivo di multa».

«L’eventuale evasione tariffaria - spiega più specificatamente il direttore generale della sicurezza stradale al Ministero dei Trasporti, Sergio Dondolini - non configura violazione alle norme del Codice della strada, bensì una inadempienza contrattuale da perseguire secondo le procedure iure privatorum a tutela del diritto patrimoniale dell’ente proprietario o concessionario». In altre parole, il Codice della strada non contemplerebbe una sanzione amministrativa se il guidatore paga una determinata tariffa oraria, espone il biglietto in modo visibile ma poi sosta per più tempo.

Secondo il parere del ministero, rimangono validi solo i due casi citati dal Codice della strada ovvero «laddove la sosta è permessa per un tempo limitato, come le strisce bianche, dove è d’obbligo l’esposizione del disco orario e laddove esiste il dispositivo di controllo della durata della sosta è fatto obbligo di porlo in funzione». In altre parole, l’unica ragione per prendersi una multa è quella di non aver pagato la tariffa del parcheggio senza aver esposto la ricevuta sul cruscotto, ma non quella di aver lasciato la vettura oltre l’orario consentito. In questo caso, i Comuni possono richiedere esclusivamente il «recupero delle ulteriori somme dovute, maggiorate delle eventuali penali stabilite da apposito regolamento comunale, ai sensi dell’articolo 17 comma 132 della legge n. 127/1997». Ed è ciò che capita, ad esempio, a Trieste dove non vengono comminate multe ma si paga lo “sforamento” dell’orario.

Il problema non è nemmeno nuovissimo perché già nel giugno dello scorso anno l’Adoc, attraverso il responsabile provinciale Ugo Previti, “svelò” l’esistenza di un’altra circolare ministeriale dai contenuti molto simili. E oggi come allòra il comandante della Polizia municipale Marco Muzzatti si dichiara tranquillo. «C’è una sentenza della Corte dei conti datata 2012, e non è l’unica, che chiarisce bene la vicenda e che ci permette di dire che le multe sono perfettamente leggittime - sottolinea -. E poi, scusate: una circolare ha un valore diverso di sentenze della Corte di Cassazione e della Magistratura contabile che dicono il contrario. Certo, tranquilli non si può mai essere perché l’Italia è il Paese delle mille interpretazioni ma mi fiderei più di una sentenza che di un parere. E poi, non tiriamo in ballo Trieste perché l’organizzazione è completamente diversa rispetto a Gorizia: là, il Comune gestisce in house i parcheggi a pagamento con l’ausilio di una ditta privata e si può parlare di iure privatorum», la conclusione del comandante Marco Muzzatti.

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