Zika, problema planetario che ora preoccupa
Ormai è ufficiale: l'Oms ha sancito che l'infezione da virus di Zika è responsabile della microcefalia osservata nei neonati delle madri infettate; più di mille casi accertati riportati finora in sei Paesi. La dimensione del problema Zika, però, è molto più vasta: lo scorso anno il virus ha infettato centinaia di migliaia di persone in più di sessanta Paesi, dalle isole del Pacifico al Sudamerica.
I sintomi includono febbre, dolori articolari, congiuntivite e spesso un esantema cutaneo; nell'80% dei casi, però, l'infezione passa inosservata. Da tre a quattro milioni di persone saranno infettate nel prossimo anno. In circa l'1% delle donne infettate nel primo trimestre di gravidanza il virus causa il danno cerebrale al feto. Oltre alla microcefalia, all'infezione con Zika è associata un'altra malattia neurologica, la sindrome di Guillain-Barré. Molto rara (un caso ogni 100mila persone), è dovuta a un attacco autoimmunitario contro i nervi periferici, che causa debolezza muscolare e talvolta paralisi. Compare pochi giorni dopo un episodio infettivo (tipicamente, un'intossicazione dovuta al consumo di carne di pollo mal cotta); sono almeno 400 i casi finora associati all'infezione da Zika.
La ricerca intanto avanza. Un gruppo di ricercatori brasiliani e statunitensi pubblica sul New England Journal of Medicine che la microcefalia è sostanzialmente dovuta a un blocco dello sviluppo del cervello. Un altro studio dell'Università della California a San Francisco mostra come Zika entri nelle cellule nervose sfruttando il legame a uno specifico recettore, la proteina Axl, espressa in maniera abbondante nelle cellule staminali nervose: una volta infettate, queste smettono di proliferare.
Mentre la scienza progredisce, Obama tuona contro il Congresso perché sottovaluta il problema: dei due miliardi richiesti per la ricerca e lo sviluppo di misure preventive contro Zika, ne è stato stanziato solo un quarto (nel 2014, il Congresso aveva stanziato cinque miliardi per Ebola che, tutto sommato, era un problema distante). E il tutto con la stagione calda alle porte, in cui la diffusione della zanzara che trasmette il virus, la Aedes aegypti, metterà a rischio più di 40 milioni di persone nel sud degli Stati Uniti. Nessun farmaco o vaccino è disponibile per ora, e l'unica soluzione è quella di controllare la diffusione delle zanzare. Alle grandi campagne di disinfestazione con agenti chimici, si associa ora il rilascio, in Brasile e altri Paesi in cui il virus è endemico, di zanzare geneticamente modificate, in cui i maschi producono una progenie sterile. Basterà a bloccare la diffusione del virus?
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