Zika, il virus che spaventa le donne incinte
Si chiama Zika, dal nome della foresta in Uganda dove è stato trovato per la prima volta in una scimmia nel 1974, ed è diventato in pochi mesi l'angoscia delle donne incinte del Brasile. È un virus della stessa famiglia del virus della febbre gialla e del dengue, trasportato dallo stesso tipo di zanzara (Aedes aegypti), ma poco studiato perché considerato benigno nell'uomo. Soltanto una persona su 5 di quelle che sono ne vengono infettate si ammala: febbre, dolori alle articolazioni, occhi arrossati e talvolta un esantema cutaneo passano in pochi giorni senza conseguenze.
A partire dallo scorso ottobre è però scattata l'emergenza in Brasile: il virus è la causa di un enorme aumento nei casi di microcefalia riscontrata nei neonati (dai 150-200 casi all'anno negli scorsi 5 anni agli oltre 3000 riscontrati negli ultimi mesi del 2015). Il virus infetterebbe il cervello in fase di sviluppo: molti dei neonati nati con microcefalia muoiono dopo la nascita, molti di più rimangono con danni permanenti.
Casi sporadici di infezione da Zika sono stati riportati in Uganda e Tanzania nel 1952, poi in Nigeria nel 1968. Dopo aver causato un'epidemia nell'isola di Yap, nella Micronesia nel 2007, il virus si è sparso nell'Oceania, dove ha causato più di 10mila casi nella Polinesia Francese nel 2014. Da qui è arrivato all'Isola di Pasqua, probabilmente portato dai Polinesiani che ogni anno vi si ritrovano per un festival molto popolare. Come sia giunto in Brasile non è chiaro: forse grazie a un team di polinesiani che hanno partecipato a una gara di canoe a Rio de Janeiro o trasportato dai tifosi arrivati per la Coppa del Mondo di calcio nel 2014. Fatto sta che ora i casi di infezione diagnosticati in Brasile sono già più di 100mila, e più di un milione sono quelli attesi.
A dicembre il Brasile ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria nazionale. Il 15 gennaio, il Cdc degli Stati Uniti ha ufficialmente sconsigliato alle donne in gravidanza di visitare il Brasile e altri 13 Paesi dell'America Latina e dei Caraibi. Le persone infettate da Zika non sono contagiose di per sé: la trasmissione del virus dipende dalla presenza della zanzara che lo veicola, trasportandolo da individuo a individuo. Dal momento che Aedes aegypti è presente anche in Florida, nella Costa del Golfo del Messico e alle Hawaii, c'è preoccupazione che il virus possa propagarsi anche in queste aree.
La soluzione? Vista la somiglianza del virus a quello della febbre gialla e dell'encefalite del Giappone, un vaccino dovrebbe essere alla portata. Ci stanno già lavorando intensamente da alcuni mesi i laboratori dell'Nih degli Stati Uniti.
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