Ziberna dà la scossa a Forza Italia: «Niente congresso? Lo indico io»
GORIZIA. Giovanni Toti, il governatore della Liguria che vorrebbe rilanciare Forza Italia andando oltre il berlusconismo, tanto che parla già di «rivoluzione», non scuote la vecchia guardia azzurra del Friuli Venezia Giulia. La coordinatrice regionale Sandra Savino, che a fine giugno aveva augurato buon lavoro ai due nuovi coordinatori (con Toti anche Mara Cargagna), sollecitata a un approfondimento non dice una parola. Piero Mauro Zanin, il presidente del Consiglio regionale, è drastico: «Non mi pare Toti abbia la leadership di cui ci sarebbe bisogno». Bruno Marini, l’ex consigliere di lunghissimo corso in piazza Oberdan, stronca le «troppe strizzate d’occhio agli alleati».
Ma è a Gorizia che Fi prova una via alternativa allo stallo di un partito senza congressi, nonostante i ripetuti annunci, e con consensi in calo (meno che altrove, ma in calo). Rodolfo Ziberna, a sorpresa, fa sapere che se il livello nazionale non indirà i congressi, la sua provincia si organizzerà in autonomia. Uno strappo? Forse più un elettrochoc.
«Attendiamo settembre-ottobre - spiega il sindaco di Gorizia -. In caso di nuovo slittamento, chiameremo i nostri 150 iscritti a una sorta di congresso. Concretamente li inviteremo a votare quella che potrà essere un’associazione, inequivocabilmente legata a Fi, da cui certo non ci stacchiamo. Ci strutturiamo in sostanza per essere pronti alle successive indicazioni del nazionale. Questo perché non possiamo restare bloccati ancora a lungo, in assenza di un coordinatore provinciale, come purtroppo accade nel nostro territorio dalla scomparsa di Ettore Romoli».
Di associazione ha parlato qualche settimana fa anche Zanin. Non siamo ancora al progetto confezionato, manca pure il nome del soggetto, ma i propositi rimangono gli stessi. «Abbiamo chiesto alla società civile di contribuire con i contenuti, che diventeranno oggetto delle motivazioni dello statuto - precisa il presidente dell’aula regionale -. Un lavoro dal basso per costruire un’associazione non partitica, pre-politica, ma certamente dentro il centrodestra e con l’avallo di Fi».
A richiamare l'urgenza dei congressi è anche Marini. «Li avevano annunciati, ma non si è fatto niente, il partito è letteralmente morto - dice l’ex consigliere regionale -. Per questo, al netto di certe posizioni troppo spinte, più verso Fratelli d’Italia che non verso la Lega, condivido la battaglia di Toti per una maggiore democrazia interna. Un tema vitale per Fi».
A guardare a quanto accade a Roma, da vicino, è poi il parlamentare pordenonese Franco Dal Mas. «Toti, Carfagna, quindi Gelmini e probabilmente chissà quanti altri potrebbero aggiungersi a una competizione per il momento più incentrata sui nomi che sui contenuti - dichiara -. Fatte le dovute eccezioni, sono dinamiche che poco hanno a che fare con la linea politica che il movimento dovrà darsi. Per il momento abbiamo soprattutto una ricchezza di candidature che fa pensare che alla fine l’origine sia la meta, cioè un nuovo inizio: l’unico vero candidato sarà Berlusconi, che riuscirà a farsi eleggere a capo del movimento che ha fondato e che guida dal 1994. Un capolavoro, l’ennesimo, dell’unico fuoriclasse della politica italiana degli ultimi 25 anni».
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