Zero rischio-amianto per l’acqua dei rubinetti

STARANZANO. Nessun allarme di "rischio amianto" nell'acqua che arriva dalle condutture, ma occorre tenere il problema sotto controllo. Servono 40 milioni di euro per sostituire gli altri 200 chilometri sui 300 totali di tubi in cemento-amianto ancora presenti in Provincia, mentre l’Arpa annuncia che a breve verrà effettuato un nuovo monitoraggio delle fibre d’amianto nell’acqua potabile in collaborazione con IrisAcqua. Sono alcune significative conclusioni emerse nel convegno “Acqua è salute: cosa sappiamo del "rischio amianto"?” che si è svolto sabato a Staranzano, organizzato dalla Scuola provinciale dell’Acqua della Cona, dall’associazione AdriaticGreeNet e dal Comune col sostegno della Regione e Provincia, Arpa Fvg e IrisAcqua srl (rappresentata dall’amministratore Mirio Bolzan) e che ha visto la partecipazione di molte persone. Il primo di un ciclo dedicato alla gestione delle risorse idriche del territorio e che si poneva l’obiettivo di dare risposte su un tema collegato alla salute. Il dottor Paolo Barbina del Crua ha spiegato che «non esiste alcun dato scientifico che possa dimostrare un aumento di tumori del tratto gastro-intestinale correlati a ingestione di fibre d’amianto nell’acqua. L’acqua che beviamo è sicura». Affermazioni garantite anche da Fiorella Belpoggi, direttore dell’Area ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna che ha affrontato l’emergenza “acqua -amianto” dopo il terremoto a Carpi nel 2012, precisando che «i livelli riscontrati nella nostra acqua sono bassissimi e non esiste alcuna emergenza; inoltre l’acqua dell’Isontino è un’acqua di falda molto calcarea che crea un manicotto nei tubi che non consente alle fibre di scorrere». Dopo i saluti portati da Serena Francovig, assessore comunale alle Politiche sociali, Enrico Gherghetta, presidente del Cato isontino, si è spiegato «che una soluzione praticabile per trovare le risorse, potrebbe essere il prolungamento della concessione a IrisAcqua in modo da creare le condizioni bancarie per un nuovo piano d’ambito che consenta di coprire la spesa». Sara Vito, assessore regionale all'Ambiente ha sottolineato, invece, che «bisogna capire il rischio reale rispetto a quello percepito e raccogliere elementi conoscitivi per poter dare una priorità agli interventi e agire dove emergono le criticità».
Ciro Vitiello
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