Zappalorto: "Così Gorizia attrae i profughi"
GORIZIA. L’apertura a Verona e a Padova di due nuove commissioni territoriali richiedenti asilo politico pluriannunciata in queste settimane non avrà alcun beneficio sulla pressione degli asseriti profughi presenti a Gorizia. Annunci che sono solo fumo negli occhi. La pressione di afghani e altri immigrati continua a salire a causa esclusivamente di Gorizia stessa, ormai nota in tutta Europa come capitale dell’accoglienza anche di chi non ne ha diritto. E intanto gli introiti dell’accoppiata Caritas-consorzio Mosaico in virtù della convenzione stipulata con la prefettura toccano livelli di svariate decine di migliaia di euro.
Sono gli elementi, in sintesi, raccolti in una sorta di filo diretto con le prefetture di Verona e Gorizia.
«Anche se verrò coperto da nuove critiche - ribadisce il prefetto Vittorio Zappalorto - ripeto che la gran parte di questa gente non ha nessun titolo per avanzare alcun tipo di richieste».
Dalla prefettura di Verona apprendiamo particolari interessanti su quanto sta effettivamente accadendo a Gorizia, fenomeno che nulla ha a che fare con l’emergenza umanitaria tanto sbandierata dai soliti noti.
Della commissione che dovrebbe essere costituita a Verona non vi è ancora traccia, se non per la nomina del presidente. Quella del capoluogo scaligero e della sub sede di Padova sono state istituite con il decreto firmato dal ministro Alfano il 10 novembre 2014. Verona sarà competente per i profughi che presenteranno domanda di asilo nelle province di Trento e Bolzano e in quelle del Veneto, tranne Rovigo, Venezia e Padova.
La norma sull’accoglimento delle domande di asilo politico fa riferimento al decreto del 28 gennaio 2006. All’articolo 6 si legge: Accesso alla procedura. 1. La domanda di protezione internazionale è presentata personalmente dal richiedente presso l’ufficio di polizia di frontiera all’atto dell’ingresso nel territorio nazionale o presso l'ufficio della questura competente in base al luogo di dimora del richiedente.
A meno che non sia nottetempo entrata in vigore la riforma degli enti locali nel Friuli Venezia Giulia, Gorizia non fa parte delle province in carico a Verona. Dunque, non ci sarà alcuno “scarico” degli asseriti profughi goriziani.
Ma l’articolo 6 suggerisce alcune domande: come mai alla Commissione di Gorizia si presentano asseriti profughi la cui domanda di asilo è già stata rigettata da altre commissioni di Paesi europei? Come mai la commissione di Gorizia accoglie domande di asseriti profughi già da anni presenti nei Paesi Ue e dunque non di primo ingresso nell’Isontino e nel Fvg?
Perché da agosto si è improvvisamente materializzata questa insostenibile presenza di asseriti profughi?
«Sono domande che colgono il problema - ammette Zappalorto - . Evidentemente gli afghani e gli altri stanno sfruttando una falla della legislazione europea, il cosiddetto regolamento Dublino. Coloro ai quali è stata respinta la domanda altrove non possono più ripresentarla».
Se ne deduce che dovrebbe essere irricevibile la maggior parte delle domande presentate a Gorizia?
«Sì, è così. Ma il problema è più complesso. A mio avviso, specifico che è una mia opinione personale, ritengo che dietro questa gente ci sia un’abile regia internazionale di connazionali dei profughi. Ormai Gorizia è conosciuta in tutta Europa come la città dove un tetto lo si trova per tutti e dunque arrivano qui a frotte. Oltre che per l’attrazione esercitata dalla presenza del Cara».
Un altro elemento interessante: ieri la prefettura di Verona era alle prese con la necessità di trovare un tetto a 91 profughi. La situazione doveva essere particolarmente delicata se anche la questura è stata interessata. Vi pare che in una situazione del genere accoglieranno pure i goriziani?
Infine, è quasi pronta la bozza del bando di gara che la prefettura emetterà per selezionare un nuovo soggetto con cui stipulare la convenzione per la gestione dei profughi. A giorni la bozza sarà inviata al Ministero dell’Interno per il controllo e poi il bando potrà essere emesso. Entro il 31 marzo dovrebbe entrare in vigore la nuova convenzione. Allo stato la Caritas diocesana non avrebbe lo status giuridico per partecipare alla gara. Per ragioni di emergenza, come più volte ribadito, dal 29 settembre ha in atto una convenzione con la prefettura: sono 35 euro al giorno per ciascun profugo. Abbiamo perso il conto di quanti sono i profughi in regime di convenzione.
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