Zanonato: «L’Accordo sulla Ferriera è blindato, Monassi può anche andare in Tribunale»

Il ministro dello Sviluppo economico: «Unica opzione per dare una prospettiva a centinaia di lavoratori». Attacco all’Authority portuale: «È diretta espressione del governo»
Italian Economic Development Minister, Flavio Zanonato, during the meeting with European Union's Industry Ministers at Villa Madama in Rome, Italy, 30 January 2014..ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Italian Economic Development Minister, Flavio Zanonato, during the meeting with European Union's Industry Ministers at Villa Madama in Rome, Italy, 30 January 2014..ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Giù le mani dall’Accordo sulla Ferriera. L’avviso arriva prima da destra e poi da sinistra, una saldatura perfetta da parte del Governo per blindare definitivamente l’Accordo di programma sull’impianto di Servola firmato a Villa Madama giovedì 30 gennaio. Un testo che l’Authority ha tentato di scardinare nel Comitato portuale di lunedì scorso seminando poi tra i ministeri dubbi, interrogativi, timori, perplessità. Con le dichiarazioni di sabato del ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, che di fatto ha scaricato Marina Monassi sposando appieno la linea della governatrice Debora Serracchiani («l’Accordo non si modifica») e quelle di ieri del titolare del dicastero dello Sviluppo economico Flavio Zanonato (Pd), l’Accordo sembra essere ormai in una botte di ferro. Lo era già stato in pratica nello stesso momento in cui ben cinque ministri avevano messo sotto il documento la loro firma, ma la richiesta di chiarimenti dell’Autorità portuale, dopo che aveva rinunciato a sottoscriverlo, inizialmente aveva spiazzato e innervosito gli attori principali di questa operazione.

A tombare il discorso ci ha pensato ieri a Padova Flavio Zanonato in maniera energica e anche con alcune inequivocabili sottolineature sul ruolo, per esempio, dell’Autorità portuale, che resta pur sempre una “dipendente” ministeriale. Ciò significa che le frenate non concordate, come quella sull’Accordo, in un momento così delicato per il futuro dell’impianto di Servola, non sono gradite. Anzi. Unica, eventuale concessione, una postilla sulle responsabilità per l’inquinamento pregresso. Tema da approfondire, visto che per la bonifica ci sono in ballo decine di milioni di euro.

Il ministro dello Sviluppo economico è sulla stessa lunghezza d’onda di Lupi e non poteva essere diversamente.

«L’Accordo di programma è senza dubbio valido nella sua integrità», attacca Zanonato: «È stato studiato per settimane dagli staff di cinque ministeri, è stato firmato da cinque ministri, è stato condiviso con gli enti del territorio. Non riesco a immaginare che possa essere buttato nel cestino. Caso mai, se proprio fosse necessario, potremmo immaginare una nota integrativa in calce». Una risposta anche a chi lo considerava un documento raffazzonato e scritto con troppa fretta, come sostengono i grillini. «L’intervento ex post di un funzionario ministeriale, per quanto importante e autorevole possa essere come il capo di gabinetto di uno dei cinque ministri (Zanonato allude al parere di Giacomo Aiello, capo di gabinetto del Ministero delle Infrastrutture, ndr), non può mettere in discussione l’Accordo. Che va al più presto applicato».

Ma non basta, il ministro intende allontanare qualsiasi ombra: «L’Accordo di programma sulla Ferriera è di assoluta importanza e urgenza, per dare una prospettiva a centinaia di lavoratori che la attendono. Non posso ammettere che vengano rimesse in discussione le premesse di questa prospettiva. Non esistono alternative a questo percorso».

Un Accordo che Zanonato difende a spada tratta dall’assalto di Marina Monassi. Un monito e una sfida nelle sue parole: «L’Accordo è valido, chi non lo riconosce per tale, inclusa l’Autorità portuale che in ogni caso è una diretta espressione del governo centrale, se proprio crede può sempre rivolgersi a un tribunale, unico soggetto che può stabilire la eventuale illegittimità dell’atto».

Zanonato alla fine manda una sorta di avviso ai naviganti: «Non posso credere che l’Autorità portuale persegua il disegno di mettere a bando, tra le aree disponibili in aprile, quella attualmente in concessione per la Ferriera di Servola. L’Accordo di programma sottoscritto dai cinque ministri con gli enti territoriali rimane l’unica opzione effettivamente percorribile. Osservo infine che le Autorità portuali sono diretta emanazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e che a esso rispondono in ogni loro atto». Traduzione solo per chi si è perso le precedenti puntate, tanto è chiaro il discorso del ministro, nessun atto di insubordinazione sarà tollerato. Dal Pd, leggi il senatore Francesco Russo, è già arrivata la richiesta di dimissioni di Marina Monassi. Fra poco, pare, sarà un coro.

Disinnescata la bomba, resta il fatto che è ancora tutta in salita la strada per la cessione della Ferriera. L’Accordo era necessario per avviare le procedure per il bando, ma sia la politica che il sindacato sanno che l’operazione è complicatissima. Dopo la firma di Villa Madama, neanche una mezza parola dal gruppo Arvedi. Se l’interesse non si è proprio raffreddato, comunque è intuibile che le attuali condizioni non entusiasmano l’industriale cremonese. Quella riga dell’Accordo dove si dice che almeno 18 milioni per le bonifiche saranno a carico del privato, non è facilmente digeribile per il Cavaliere che fin dai primi contatti aveva detto che è disposto a fare massicci investimenti a Servola senza però voler spendere un euro per la spazzatura lasciata dagli altri. Ma dietro l’angolo non c’è un’alternativa. Stato e Regione lo sanno benissimo e probabilmente dovranno inventarsi ancora qualcosa e mettere altre cose sul piatto per non lasciarselo scappare. La partita decisiva per la salvezza della Ferriera è appena cominciata.

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