Zamparini: i palazzi non invaderanno Val Cavarera a Grado
MONFALCONE«Credo che, prima di giudicare, sia necessario conoscere. Il piano edilizio che intendo portare avanti non ha nulla a che vedere con le operazioni degli anni Ottanta. Nessuno scempio, nessun’altro caso-Pineta». L’imprenditore Maurizio Zamparini non si tira indietro di fronte al dibattito sul progetto “Zamparini City” per Valle Cavarera e Valle Fonda, anche all’indomani del convegno-dibattito organizzato da “Liber@”, sodalizio che teme per la cementificazione e la qualità della vita dei residenti.
Si può anche tornare indietro sul progetto?
Il progetto della società “Monte Mare” per Valle Cavarera e Valle Fonda prevede una convenzione già sottoscritta tra le parti. Tuttavia, restiamo aperti ai contributi, a nuove idee. Discutiamone. Ma parliamone con tranquillità e soprattutto buonsenso. Bisogna vedere il progetto, capire cosa intendiamo realizzare. Tra 15 giorni, 30 al massimo lo presenteremo alla comunità gradese. Ritengo che Grado debba diventare in futuro un polo termale di riferimento internazionale. L’Isola ha un valore aggiunto, non è una località da turismo di massa, la sua bellezza sta proprio nella sua peculiarità, tra mare e laguna. Tutto questo va valorizzato».
Sul tappeto c’è il problema legato alla “cementificazione”: ne vale la pena?
Su 150 ettari di superficie, almeno 70-80 saranno destinati al campo da golf. La componente edificatoria sarà immersa nel verde. A fronte dei 150 ettari sono previsti 400mila metri cubi di edificazione. Non ci saranno alberghi a sette piani, raggiungeranno al massimo i tre piani. Il 90% di Valle Cavarera sarà costituito da verde e laguna.
Quindi, ritiene che l’impatto non sia rilevante?
Abbiamo i migliori architetti, vogliamo realizzare un insediamento a impatto zero, avvalendoci delle più moderne tecnologie sostenibili, compreso l’utilizzo totale di energia rinnovabile. Saremo all’avanguardia. Quanto alla fruizione della laguna, penso a “batele” in legno e, magari, con motore elettrico.
Tempi di realizzazione?
Saremmo pronti a partire subito, prima con la realizzazione del campo da golf e la sistemazione del verde, procedendo con la relativa urbanizzazione, che prevede percorsi pedonali, ciclabili e i necessari servizi. Le costruzioni saranno realizzate gradualmente, quelle sul mare, poi la parte alberghiera e residenziale, con un “target” all’altezza delle migliori località termali.
C’è spazio, dunque, per il dialogo?
Con il Comune vogliamo confrontarci serenamente. Questo progetto presuppone ingenti capitali e prevede, assieme al progetto relativo alla Sacca dei Moreri, oltre un migliaio di posti di lavoro. La strada resta quella del dialogo e della collaborazione.
Eppure il dibattito sul futuro turistico di Grado tiene conto anche del fattore legato all’espansione edilizia, valutandone l’effettiva necessità...
Ritengo che, sull’argomento, vi sia troppa demagogia. Viviamo in un periodo di crisi economica tremenda, dovuta alla globalizzazione e al blocco dell’espansione edilizia. Sono d’accordo che il futuro per Grado debba essere il ritorno dell’agricoltura, sfruttando l’entroterra, ma bisogna investire anche nel turismo e nel made in Italy. Bisogna riscrivere il nostro Paese, rompere questa demagogia e la burocrazia troppo complessa e farraginosa. Faccio un solo esempio: da 8 anni sto pagando 400mila euro l’anno di Ici. Risorse che potrebbero invece tradursi in sviluppo.
Ai gradesi cosa intende offrire?
Anche in questo caso, niente demagogia. Sicuramente, mano a mano che sarà realizzato il progetto, saremo vicini alle esigenze della comunità. Certo, il nuovo stadio, il palazzetto, i parcheggi. Facciamo insieme un piano, mettiamoci a ragionare. Si affianchino anche gli ambientalisti. Grado deve avere il suo ritorno, sono il primo a volerlo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo