Zamparini dà l’aut-aut al Comune
Zamparini lancia l’ultimatum al Comune di Grado. La società Monte Mare Grado e l’Immobiliare Monte Mare, che fanno capo alla famiglia dell’imprenditore friulano, hanno diffidato il sindaco e i consiglieri comunali. Ai rappresentanti di maggioranza la diffida è già arrivata ma sta giungendo, come precisano gli imprenditori, anche a tutti gli altri consiglieri. A notificare l’atto è stato l’ufficiale giudiziario, addetto alle notifiche presso il Tribunale di Varese, poichè le due società hanno sede legale a Gallarate. Gli imprenditori richiedono l’approvazione del Piano particolareggiato per l’urbanizzazione dell’area denominata “Vivere in Laguna” (progetto nell’arco di 10 anni da circa 600 milioni di euro), battezzata “Zamparini City”. Il Comune vuole ottenere in cambio precisi vantaggi per la comunità gradese.
Secondo il gruppo Zamparini l’azione intrapresa dovrebbe portare a un’accelerazione quasi immediata dell’iter. L’ente locale attende, invece, di conoscere l’opinione del proprio legale al quale verrà consegnata la diffida ricevuta. «Secondo la legge – ha osservato Maurizio Zamparini – un abuso non è solo ciò che si fa, ma anche ciò che non si fa. Ci sono regolamenti che vanno rispettati. Stiamo attendendo da tempo che venga approvato il Piano particolareggiato per procedere con l’urbanizzazione». L’imprenditore Adriano Bernardis, che gode del 10% della Monte Mare Grado, ha precisato da parte sua che da giugno scorso si attende l’adozione del Piano particolareggiato: «Allora era stato firmato l’accordo di pianificazione ed entro 30 giorni doveva venir adottato il Prpc».
Comune e consiglieri comunali vengono diffidati «affinché - si legge nella diffida - venga completata senza ulteriori indugi l’istruttoria e, previa convocazione del consiglio comunale (esperite le eventuali ulteriori formalità), venga senz’altro adottata (e quindi approvata nei minimi termini di legge) la proposta di pianificazione attuativa della proposta dalle scriventi (Immobiliare Monte Mare e Monte Mare Grado, ndr), in piena conformità allo strumento urbanistico generale ed all’accordo di pianificazione».
Il tutto entro il termine di 30 giorni. Nella diffida viene, altresì, evidenziata la gravità della situazione «che acuisce di giorno in giorno, a fronte di uno stallo che ha già determinato la perdita di concrete opportunità di collocazione sul mercato immobiliare dell’intera operazione e delle future realizzazioni».
Le società annunciano di riservarsi di agire «per il risarcimento dell’ingente danno subito e subendo nei confronti dell’amministrazione comunale e dei singoli soggetti agenti, comunque responsabili, in ragione dei diversi ruoli ricoperti entro la struttura organizzativa dell’ente locale».
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