Zamparini contro PopVi: «Siamo parte lesa»

L’imprenditore friulano sul progetto “Vivere in laguna” a Grado: «Opposizione politica strumentale»

GRADO. «Sino al 2015 la società proprietaria Monte Mare Grado ha pagato alla banca sul finanziamento interessi e spese per importo di circa 14.000.000 euro. Contemporaneamente le azioni acquistate della Banca Popolare di Vicenza provocavano la perdita totale dell'investimento passando dal valore di 6 milioni di euro a quello odierno di 100.000 euro»: Maurizio Zamparini spiega in una nota stampa le sue ragioni a proposito del debito della sua società Monte Mario Grado con la Banca Popolare Vicenza. «E se - aggiunge Zamparini contattato telefonicamente da Il Piccolo- i 6 milioni di euro valgono oggi 100 mila euro, quanto valgono i circa 58 milioni di euro di finanziamento ricevuto dalla banca?» Sono passaggi prettamente tecnici ma significativi che fanno capire quale sia stata la storia del finanziamento, così come la racconta Zamparini, che fa altresì una ulteriore precisazione: pur essendo lui la figura di spicco e di riferimento oggi all'interno della Monte Mare Grado è uno dei soci e, precisa, solo con l'1 per cento delle azioni.

 

 

Una storia iniziata oltre 10 anni fa quando venne alla ribalta l'intenzione di Zamparini di realizzare a Grado un investimento notevole per creare una sorta di grande villaggio con adiacente il golf, denominato «Vivere in Laguna» in quanto l'area si trova in Valle Cavarera, a ridosso proprio della laguna. Dieci anni fa la direzione regionale della Banca Popolare di Vicenza finanziò l'acquisizione di un terreno fabbricabile a Grado di circa 1.350.000 metro quadri, finanziamento peraltro garantito da ipoteca sul terreno stesso in base a una perizia fatta dallo stesso istituto bancario «che sottolineava - precisa Zamparini - il valore dell'investimento, proponendosi altresì come istituto finanziatore dell'intero progetto turistico del valore di circa 500 milioni di euro».

Questo era in realtà la prima parte dell'operazione in quanto la stessa prevedeva un ulteriore passaggio in quanto la banca invitava Zamparini ad acquistare azioni della banca per un valore di circa 6 milioni di euro, «sia come contropartita per il prestito ipotecario concesso sia illustrando i vantaggi economici che tale acquisto di azioni avrebbe portato», spiega l’imprenditore e immobiliarista friulano. Un grande progetto, quello di «Vivere in Laguna» che nell'arco di 10 anni la Monte Mare Grado, che fa capo principalmente alla famiglia Zamparini, non è riuscita a far decollare, pur continuando regolarmente a pagare sostanziose poste di Ici ed Imu. «Ad oggi - precisa ancora l'imprenditore friulano - dopo circa 10 anni, la società che ha acquisito i terreni non è riuscita a far partire il progetto per una opposizione politica strumentale. I terreni sono stati acquistati con atto notarile che indicava la destinazione di fabbricabilità e sta pagando la tassa di Ici e Imu come terreni fabbricabili».

E anche qui snocciola cifre: circa 3 milioni di euro in 10 anni: «Per le tasse comunali - lamenta - il terreno è fabbricabile, per i progetti da eseguire no». Nella nota diffusa ieri Zamparini e il gruppo precisano di avere «iniziato una azione giudiziaria nei confronti della banca e smesso di pagare interessi ritenendosi parte lesa sia per induzione al finanziamento che all'acquisto di azioni».

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