Zamparini assolto per valle Cavarera

La Cassazione conferma la sentenza dell’Appello: «Il fatto non costituisce reato». La terra di riporto non era inquinata
Di Antonio Boemo

GRADO. «Finalmente la giustizia ha fatto il suo corso. È paradossale ciò che è successo ed è vergognoso quello che ho subito». A dirlo Maurizio Zamparini, l'imprenditore friulano della Monte Mare Grado che ha visto la Cassazione annullare, senza rinvio, il ricorso della Procura relativamente alla questione del riporto di terreno in Valle Cavarera dove avrebbe voluto creare l'insediamento "Vivere in Laguna". E' così confermata la sentenza di assoluzione in Appello per Andrea Maurizio Zamparini «perché il fatto non costituisce reato». Andrea Zamparini, figlio dell'imprenditore, era stato condannato dal Tribunale di Gorizia a 1 anno e 4 mesi di reclusione. Il giudice aveva altresì dichiarando inefficace il «permesso in sanatoria a costruire» rilasciato dal Comune nel 2009 avendo contravvenuto alle norme ambientali e fatto gli interventi senza le autorizzazioni necessarie. La Monte Mare Grado doveva altresì, come stabilito dal giudice, riportare allo stato precedente tutta l'area dove erano stati già depositati parecchi metri cubi di materiale per arrivare alla quota prevista dai progetti. Il piano di lottizzazione di "Vivere in laguna" prevedeva insediamenti per attività di wellness, sportive, abitativi e parcheggi. La denuncia di 5 anni or sono riguardava per i lavori di riporto in quota dell'area con terra e rocce di scavo all'interno di quell'area a vincolo paesaggistico, che, secondo la pubblica accusa di allora, sarebbero stati eseguiti senza le necessarie autorizzazioni previste dalla normativa in materia di tutela dell'ambiente. Ora, come detto, è giunta l'assoluzione definitiva in Cassazione che ha anche revocato definitivamente l'ordine di ripristino e dichiarato estinta per prescrizione la contravvenzione.

Ad occuparsi della vicenda è stato l'avvocato Giovanni Borgna del Foro di Trieste che ha assistito Andrea Zamparini, figlio del patron del Palermo Calcio, dinanzi la Corte di Cassazione che ha preso atto dell'inesistenza del delitto contestato dalla Procura della Repubblica di Gorizia e dichiarata l'estinzione per prescrizione della parallela contravvenzione.

In secondo grado Zamparini era stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Il giudice aveva anche riconosciuto la buona fede di tutti gli accusati che avevano iniziato i lavori di realizzazione del complesso "Vivere in laguna" a Valle Cavarera, e aveva fatto cadere anche l'obbligo di ripristino inizialmente richiesto.

Spiega inoltre l'avvocato Borgna che la Regione aveva in precedenza già accertato l'assoluta insussistenza di qualsiasi ipotesi di inquinamento dei suoli ed ora la Corte di Cassazione ha definitivamente stabilito che la condotta di Andrea Zamparini è stata corretta e fatta in assoluta buonafede. Ricordiamo che l'insediamento "Vivere in Laguna" è sempre stato ostacolato e criticato da Liber@ con in testa l'attuale sindaco Dario Raugna e il capogruppo in consiglio comunale Fiorenzo Facchinetti ed ha trovato sempre contrari anche gli ambientalisti che hanno accusato l'imprenditore e la Monte Mare di voler consumare il suolo cementificandolo.

«La cementificazione - dice oggi Maurizio Zamparini - l'hanno fatta i politici del passato che hanno consentito ad esempio di costruire la Pineta e la Città Giardino come sono. Noi avevamo presentato dei progetti; il mio obiettivo era di far tornare Grado al top, invece sappiamo che è scivolata allo stato attuale. Io volevo portare lavoro e benessere a Grado». Proprio recentemente Zamparini ha presentato il terzo piano particolareggiato e si augura ovviamente che questa volta venga approvato.

«Lasciamo il tempo necessario alla nuova amministrazione... ma i diritti che ci sono su quel terreno devono essere tutelati. Fino ad oggi abbiamo subito davvero tanti danni, credo più di una cinquantina di milioni di euro».

@anboemo

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