Zaia punta al porto franco esteso al Veneto, Serracchiani "difende" Trieste
TRIESTE. Il porto franco è stato uno dei temi caldi discussi durante gli Stati logistici del Nord Est, oggi - giovedì 26 ottobre 2017 - a Venezia. «Il porto franco di Trieste - ha detto Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia - è una forza per la nostra nazione, avendo la particolarità di effettuare al suo interno già una prima trasformazione delle merci, possibilità che solo l'Italia ha nel contesto europeo. Possiamo quindi creare un'area che non solo intercetti i traffici, ma anche insediamenti industriali, in collegamento non solo con il nord est, ma anche con l'Europa centrale. E possiamo farlo se stiamo insieme, visto che la nostra fortuna è avere porti che sono complementari, vantaggio anche nei confronti di altre aree del Paese e che dobbiamo imparare a sfruttare».
Sul tema è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia, con una prospettiva decisamente differente: «Siamo pacifisti e non dichiariamo guerra - ha detto Zaia -, ma la zona franca e la zona economica speciale vogliamo portarla a casa. Chiediamo un allargamento della zona franca alle zone contermini, anche perché non possiamo presentarci in Europa con un francobollo. Bisogna poi migliorare le procedure: costa poco, ma può dare grandi vantaggi. Quanto alla cabina di regia, la affronteremo tonici, propositivi e collaborativi, evitando di fare casini e di fare sovrapposizioni. Bisogna inoltre decidere in un piano strategico alcune partite infrastrutturali importanti».
Siparietto poi sul tema dell’autonomia. A dare il la è stata Serracchiani che, rivolgendosi a Zaia, ha spiegato che «si può essere autonomi anche senza soldi».
«Dillo ai friulani» la risposta di Zaia. «Trieste ha ottenuto il porto franco perché c’è stata una guerra e finchè Zaia non farà una guerra, non avrà nessun risarcimento», ha cercato di ironizzare il ministro Graziano Delrio. «Nel dubbio - ha infine concluso Serracchiani - ho già schierato il corpo forestale sul confine».
A margine del dibattito Serracchiani ha poi aggiunto: «Credo che l’autonomia sia il presente e il futuro del regionalismo. Anch’io gridavo alla secessione, ma adesso abbiamo la fortuna di una Costituzione che prevede un’autonomia differenziata e ogni Regione può chiedere 23 competenze, anche importanti, come la sanità, che noi già abbiamo». «Ritengo - ha infine aggiunto - che quando ci sono territori preparati e con conti in ordine, sia quindi una cosa che si può fare».
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