Zaia dice sì alla regione del Nordest

Il leghista apre all’ipotesi di accorpamento lanciata dal Pd Zingaretti. Serracchiani frena: «Prima parliamo dei contenuti»
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Friuli Venezia Giulia insieme a Veneto e Trentino Alto Adige? Forse una suggestione, forse no. Ma se due indizi fanno una prova, qualcosa probabilmente sotto c’è. Tanto più se a spingere in questa direzione è il presidente Luca Zaia che, parlando a Trieste durante la conferenza stampa sui progetti interregionali e transfrontalieri del Gect dedicati alla collaborazione territoriale tra Fvg, Veneto e Carinzia su sanità e protezione civile, invoca una rivisitazione dei confini in una cornice federalista: «Il governo si faccia avanti con una proposta», dice il leghista. Con Debora Serracchiani che, curiosamente, di tutta risposta stavolta non agita il tema della difesa dell’autonomia regionale.

Il primo indizio: la legge depositata alla Camera da un deputato Pd, il renziano Roberto Morassut, che intende ridisegnare la cartina della Penisola portando le Regioni da 20 a 12. Per il Fvg significherebbe entrare nel grande catino del “Triveneto”, in compagnia di Venezia e Trento. Il secondo: le dichiarazioni del presidente del Lazio Nicola Zingaretti che dalle colonne di Repubblica lancia l’idea del piano di accorpamento. Zaia, proprio da Trieste, coglie la palla al balzo: «Io sto vedendo un governo che twitta e chatta, vediamo se ha il coraggio di fare una legge su questo - incalza -. Non il Parlamento, ma il governo inteso come esecutivo, presenti una proposta. Ha l’obbligo di farlo. Io - chiarisce - sono assolutamente a favore delle fusioni e non certo da oggi. Poi - precisa il governatore del Veneto - qualsiasi accorpamento dovrà essere sottoposto a consultazione referendaria. Da parte mia - ribadisce ancora - credo che sia doveroso fondere e ridurre il numero delle Regioni. Ripeto: il governo dei tweet e delle chat abbia il coraggio di prendere carta e penna e fare un disegno concreto».

Ieri in conferenza stampa in piazza Unità, presente anche l’austriaco Peter Kaiser per il Land Carinzia, la vicesegretaria nazionale del Pd non ha smentito i due colleghi dem: né il deputato che ha scritto la legge sugli accorpamenti, né il presidente del Lazio. Ma più che sul contenitore, la governatrice del Fvg ha voluto spostare l’accento sui «contenuti». «Bisogna che le Regioni dimostrino di saper fare il loro mestiere e di saper collaborare tra loro - ha osservato - ad esempio sui trasporti e sulla sanità, prima di pensare ad aggregazioni macro regionali». Le sinergie che auspica la presidente, oltre che ai protocolli Gect su sanità e protezione civile, spaziano dal sistema portuale alle concessionarie autostradali «che devono fare massa critica, anche per calmierare le tariffe». D’accordo Zaia: «Per noi significa economia di scala». Ma le ipotesi di fusioni tra Regioni? «Prima di parlare di contenitori - ha insistito Serracchiani - è opportuno parlare di contenuti. E prima di ragionare su possibili aggregazioni, le Regioni devono ritrovare la capacità di essere utili al Paese. Certamente su alcuni temi, per meglio concretizzare iniziative concrete, un’alleanza tra Regioni è necessaria», ha rilevato portando ad esempio anche le progettualità comuni delle tre Regioni che compongono l'Euregio (Fvg, Veneto e Carinzia). Ad ogni modo «ci sono Regioni che devono ritrovare la capacità di sviluppare contenuti forti per definire il proprio ruolo e la propria missione».

Zaia però, commentano il caso con i giornalisti, ha insistito: «Io sono per l’accorpamento e ritengo che un ridisegno della logistica istituzionale a livello regionale rafforzi ancora di più l’offerta in materia federalista. La verità è che il governo ancora nicchia nel farlo, perché - puntualizza il presidente del Veneto - , nel momento in cui lo fa rafforza le Regioni e non le distrugge. Per me non è mai stato un tabù pensare che siano troppe e se questo ridisegno non avviene c’è il rischio di un ne-ocentralismo. Ci sono poi Regioni tecnicamente fallite e questo deve emergere».

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