Zagabria restituirà i beni confiscati

Il governo vara una legge sul risarcimento agli stranieri per gli espropri subiti durante il regime comunista

ZAGABRIA. Importante passo in Croazia verso la restituzione o il risarcimento dei beni sottratti dal regime comunista jugoslavo dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale. Ieri il governo di centrodestra della premier Jadranka Kosor ha sottoposto a iter parlamentare la proposta di modifica alla legge in materia che permetterà ai cittadini stranieri, e dunque anche agli italiani, di rientrare in possesso dei beni nazionalizzati ai tempi dell’ex Jugoslavia.

In alternativa ci sarà il risarcimento. La richiesta, per chi non lo avesse ancora fatto, potrà essere avanzata entro un anno dall’entrata in vigore della normativa proposta dalla compagine ministeriale e sulla quale dovrà esprimersi il Sabor, il parlamento croato. Il percorso per riavere i beni o ricevere l’equivalente in denaro dovrebbe risultare meno ostico e presenta anche diverse novità.

Rispetto alla prassi attuata finora e che creava non poca confusione e interpretazioni contrastanti, in futuro la richiesta di restituzione (o risarcimento) potrà essere fatta da cittadini stranieri – gli ex proprietari o i loro eredi di primo grado – che finora non si erano rivolti alle autorità croate, come pure quegli stranieri che avevano già avanzato la domanda ma se l’erano vista respinta perché non in possesso della cittadinanza croata. In base ai dati in possesso del Ministero della giustizia, dal 1991 (anno dell’indipendenza della Croazia) sono stati 4.211 i cittadini stranieri a farsi vivi ufficialmente, chiedendo l’avvio del procedimento di restituzione dei beni nazionalizzati o espropriati. I cittadini italiani compresi nella lista sono 1.034, seguiti da austriaci (676 domande), israeliani (175), statunitensi, sloveni e via enumerando. In base alle proiezioni del dicastero, per le 4.211 richieste la Croazia dovrebbe versare circa 750 milioni di kune, sui 101 milioni di euro. Parte dei mezzi, circa 19,6 milioni di euro, verrebbe pagata in contanti, il resto in obbligazioni della Repubblica di Croazia. I responsabili del citato dicastero prevedono che alle richieste fin qui presentate potrebbe aggiungersi un altro 30% di domande, raggiungendo quota 5.500 pratiche.

In questo caso Zagabria dovrebbe mettere da parte, sostengono gli esperti, circa 130 milioni di euro. Tre le possibilità per gli stranieri espropriati: restituzione, scambio con un altro immobile e risarcimento. È stato precisato che il pagamento avverrà dal 2015 e sarà estinto in 20 anni e questo lasso di tempo riguarderà anche il versamento tramite le suddette obbligazioni. La legge consentirà agli stranieri di essere equiparati ai cittadini croati in quanto alla cosiddetta restituzione naturale, a meno che tale atto non violi le leggi che impediscono tuttora agli stranieri di diventare titolari di determinati immobili, come ad esempio i terreni agricoli.

La richiesta, come già detto, riguarderà gli ex proprietari oppure gli eredi con diritto di successione di primo grado, come figli (naturali o adottati), nipoti o pronipoti. Il diritto alla restituzione non sarà riconosciuto a quelle persone straniere che hanno la cittadinanza croata e che dunque avrebbero già potuto riottenere i beni. Resta il problema - e sono casi reali - di proprietari stranieri che si sono visti dichiarare dalle autorità che la relativa documentazione sarebbe andata persa per incidenti («incendio al catasto»)o altro, rendendo quasi impossibile l’indennizzo. Inoltre, ma lo si sapeva, nessuna restituzione sarà possibile per quei casi coperti da accordi interstatali.

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