Zagabria, pronte le tende da campo all’esterno dell’ospedale Covid
Allestite dall’esercito per accogliere i pazienti non gravi. In Slovenia uguagliato il picco di 45 decessi

ZAGABRIA Sarà un’altra settimana, l’ennesima, di passione quella che si è appena iniziata per la sanità croata. I numeri non lasciano via di scampo. L’epidemia non si ferma, non frena la sua velocità. Ieri i nuovi contagi sono stati 1.973 a fronte di 6.139 tamponi il che significa che il 32% di coloro i quali sono stati sottoposti al test è risultato positivo. I decessi sono stati 45.
E all’ospedale Dubrava di Zagabria, tutto dedicato alla cura del coronavirus, sono pronte le tende allestite all’esterno del nosocomio dall’Esercito che accoglieranno i pazienti Covid con sintomatologia meno grave. All’interno il lavoro è frenetico. Sono occupati 400 posti letto e 70 sono i pazienti in terapia intensiva. «Negli ultimi tre giorni, abbiamo preparato rapidamente una nuova unità di terapia intensiva con 14 posti letto - spiega al quotidiano Jutarnji List il professor Ivica Lukšić direttore ad interim del Dubrava -, unità che sarà guidata da un team di professionisti sanitari provenienti dagli ospedali Sveti duh, Merkur e dall’Ospedale pediatrico di Klaićeva». «Abbiamo anche iniziato a preparare i restanti 225 posti letto a causa del numero di pazienti - spiega Lukšić - se questa tendenza continua, temo che presto potremmo attivare la tenda davanti all'ospedale per pazienti meno gravi, perché se continueremo a ricoverare dai 15 ai 20 pazienti al giorno in due settimane avremo esaurito i posti letto dell’ospedale e allora dovremo ricorrere alle tende».
A Zagabria è iniziato ieri il test rapido gratuito dell'antigene per Sars-Cov-2 in 12 sedi, organizzato dall'Ufficio sanitario della capitale in collaborazione con i centri sanitari della città. Il sindaco di Zagabria Milan Bandić ha partecipato all'avvio dei test drive-in in una delle sedi dedicate. Egli ha sottolineato che al progetto hanno lavorato quasi un mese e ha ringraziato i direttori dei centri sanitari della capitale. Bandić ha annunciato che tutti i 1.200 posti accessibili ieri e anche gli altri 1.200 posti di oggi sono stati tutti prenotati dalla cittadinanza che dimostra un grande interesse. Si inizia con 60 mila test, ma il numero aumenterà a seconda della richiesta.
In Slovenia si continua a fare i conti con la mancanza di medici e di personale infermieristico negli ospedali, mentre le case di riposo continuano a essere focolai di contagio difficili da “spegnere”. In 24 ore nel Paese i nuovi casi sono stati 470 ma a fronte di soli 1.742 tamponi effettuati. Numeri bassi che comunque indicano che il 27% dei testati è risultato positivo. Valore in leggera crescita rispetto ai giorni precedenti. Come è cresciuto il numero dei morti, in tutto 45, che eguaglia il triste primato di decessi in 24 ore.
«L’epidemia non rallenta il suo passo», ha confermato ieri il portavoce del governo Jelko Kacin cui hanno fatto eco le parole della virologa Mateja Logar del Centro clinico ospedaliero di Lubiana. «Poiché il virus è già attivo uno o due giorni prima che si manifestino i sintomi, l'infezione si diffonde rapidamente anche negli ambienti di lavoro. Ai colleghi spesso non viene nemmeno detto che ci si è ammalati di Covid, quindi quelli a stretto contatto non vanno in quarantena. Questa è una nuova potenziale fonte di infezione». La situazione è ancora critica all'ospedale di Murska Sobota, dove non sono ancora in grado di gestire tutti i pazienti della regione del Pomurje, la più colpita in Slovenia dal coronavirus, e quindi molti pazienti vengono indirizzati in altri ospedali con i disagi che ne conseguono. Ieri erano 149 i pazienti curati all’ospedale di Murska Sobota per Covid-19 con altri 18 in terapia intensiva, ma ben 80 dipendenti sono positivi e quindi assenti dal lavoro. Ci sono, poi, ancora problemi dovuti al trasporto dei morti alla cremazione a Maribor. Al momento in ospedale hanno 21 morti, ma nella cella frigorifera c’è posto solo per 10 salme. Un aiuto viene offerto dalla ditta di pompe funebri comunale. Per la cremazione i tempi d’attesa variano dai 7 ai 10 giorni. —
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