Zagabria piazza missili Nato sull’isola dalmata di Meleda

L’Alleanza rivede le strategie navali alla luce della crisi fra Ucraina e Russia: l’Italia difende l’Adriatico occidentale, la Croazia si occupa del sud e dell’est

Mauro Manzin
La nave Krka ormeggiata nel porticciolo di Meleda dopo le operazioni di sbarco del materiale militare morski.hR
La nave Krka ormeggiata nel porticciolo di Meleda dopo le operazioni di sbarco del materiale militare morski.hR

ZAGABRIA Il Mediterraneo (per non parlare ovviamente del Mar Nero) in queste ore è affollato di navi militari come il giorno di Ferragosto lo sono di barche a vela isole Incoronate. Tutto ovviamente è collegato alla crisi tra Ucraina e Russia. Anche il comando Nato delle forze navali nel Mediterraneo che ha sede a Napoli sta spostando le proprie pedine e così Croazia e Italia, partner nell’Alleanza atlantica, sono state chiamate a rivedere alcune strategie di difesa.

I piani operativi di questi giorni hanno determinato che l’Italia si occupasse della difesa dell’ingresso nell’Adriatico sul versante occidentale, mentre la Croazia si occuperà di quello meridionale e orientale. Ecco spiegato perché gli abitanti di Meleda, isola al largo della costa dalmata tra Neum e Ragusa (Dubrovnik) hanno visto attraccare al loro porticciolo una nave della Marina militare da sbarco da cui sono usciti alcuni camion che hanno trasportato verso il centro radar che già esiste in loco materiale militare sconosciuto. Immediatamente tra gli abitanti si è diffuso il panico visto che neppure il sindaco sapeva che cosa stesse succedendo. Anche perché di solito, per rifornire la base radar sita sull’altura più alta dell’isola solitamente la Marina militare usa i traghetti civili. Dunque, hanno pensato - e sulle isole c’è tanto tempo per pensare - qui gatta ci cova e immediatamente con i loro cellulari hanno scattato foto quasi novelli 007 e le hanno spedite ai principali media croati. Sulla vicenda non c’è nulla di pubblico, ovviamente, trattandosi di operazioni militari a fronte di una potenziale guerra. Comunque da quanto appreso da fonti ben informate all’interno del ministero della Difesa a Mileda è stati installato il sistema Mol o il lanciatore mobile Rbs15. Questi sono missili a lungo raggio che possono essere installati a bordo delle navi, come la Dimitar Zvonimir e Petar Krešimir IV, ma possono essere montati su camion, come in questo caso, spiega la fonte. Le stazioni radar sono i soggetti principali nella divisione dei bersagli in un possibile attacco missilistico. «Sin dai tempi della Jugoslavia, Meleda è stata la cosiddetta “prima linea di difesa”, mentre ad esempio Curzola e Sabbioncello non appartengono alla difesa ma alla logistica per la prima linea. E tutto questo, ovviamente, a patto che l'Italia, in quanto membro della Nato e partner militare croato, faccia la sua parte. Ma l'Italia ha un problema sulla costa occidentale. Più precisamente, stiamo tenendo l'Adriatico e l'Italia sta rafforzando l'ingresso occidentale dell'Adriatico». La fonte ha aggiunto che i dettagli appartengono alla parte strategica della difesa croata, quindi si tratta di notizie secretate.

Ma si scopre inoltre che il sud dell'Adriatico, per quanto riguarda la sorveglianza, è estremamente ben coperto e spesso i radar hanno catturato trafficanti albanesi che sono stati debitamente denunciati al ministero dell'Interno, ma c'è un problema che il ministero della Difesa non fa: Molunat, Meleda e Lagosta sono la linea di difesa croata, ma sorge il tema dell’addestramento a usare i missili sopra citati. Il primo recente utilizzo da un camion è avvenuto sull’Isola lunga perché il sistema Rbs15 non veniva usato dal 1995. Perché allora viene schierato oggi? Semplicemente, il carburante è stato risparmiato, e la Croazia ora ne ha a sufficienza per coprire il nord e il sud dell’Adriatico. Sulle reali capacità operative i dubbi restano. —

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