Zagabria garantisce gli stipendi all’Uljanik

Plenković rassicura i lavoratori di Pola e Fiume. I sindacati: «In sciopero fino a quando i soldi non arrivano sui conti correnti»

ZAGABRIA. Non è stato inutile il “viaggio” che mille lavoratori di Pola e Fiume hanno intrapreso fino a Zagabria per rivendicare ad alta voce in piazza San Marco, dinanzi alla sede del governo croato e del Parlamento, il salario di luglio non ancora intascato. Entro la settimana in corso - è questo l'accordo raggiunto tra gli esponenti del comitato di sciopero e il premier Andrej Plenković affiancato dai competenti ministri - saranno versate due mensilità: luglio e agosto. Per quel che riguarda le risorse, si accenderanno crediti presso le banche commerciali con le garanzie dello Stato per le quali Zagabria evidentemente deve aver ricevuto disco verde dalla Commissione europea.

Gruppo Uljanik, lo spiraglio sui salari non ferma la protesta


Dopo l'incontro il presidente del comitato di sciopero Gino Sverko ha dichiarato che comunque l'agitazione proseguirà fino a che lo stipendio non sarà versato sul conto corrente dei cantierini. Poi il ministro dell'economia Darko Horvat ha fornito la risposta che tutti si aspettavano a un preciso quesito, alla luce di voci più o meno fondate che circolano a Pola: «Abbiamo raggiunto il consenso - ha affermato - sul mantenimento della cantieristica navale a Fiume e a Pola, ma i cantieri in futuro dovranno operare con altre modalità e senza perdite». «Devono assolutamente diventare società commerciali - ha concluso - con gestione all'attivo; e questa è l'ultima possibilità per farlo».

Dalle sue parole sono emersi evidenti dubbi e perplessità sulla capacità dell'attuale direzione con in testa il presidente Gianni Rossanda, ritenuta la maggiore responsabile della crisi. E l'accusa maggiore arrivata da più parti è quella di aver concordato per anni la costruzione delle navi sapendo in anticipo che essa avrebbe comportato perdite di gestione. A questo proposito il leader dell'Unione dei sindacati autonomi della Croazia Mladen Novosel è stato chiaro: «Se la direzione sente almeno una briciola di responsabilità morale deve andarsene prima del ritorno dei cantierini a Pola e a Fiume, se non lo farà saremo noi a cacciarla».

Tornando alla manifestazione di protesta, vi hanno preso parte come annunciato un migliaio di dipendenti di Fiume e Pola arrivati con venti autobus. Al grande comizio, erano esposti slogan anche contro la Dieta democratica istriana al potere in regione, sempre più nell'occhio del ciclone per il presunto piano segreto mirato a ridestinare l’area di Scoglio Olivi a sede di attività turistiche, fra nuovi edifici e ormeggi. Ieri su questo punto ha convocato una conferenza stampa il comitato dei Socialdemocratici di Parenzo presentando documenti in base ai quali dal piano urbanistico di Pola sraebbe stata cancellata l'attività economica proprio per far posto a quella turistica. Una smentita dunque alle affermazioni fatte il giorno precedente dal leader regionalista Boris Miletić che ha ribadito la ferma volontà di mantenere in vita la cantieristica navale.

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