Zagabria espropria le comunelle slovene

Nazionalizzati i terreni di tre comunità rurali a ridosso del confine. Già colpiti anche residenti in Croazia: partiti i ricorsi

PINGUENTE. Potrebbe scoppiare un nuovo contenzioso territoriale tra Lubiana e Zagabria dopo quanto accaduto nel comune catastale di Jelovice in Croazia, a ridosso del confine: le comunità rurali slovene di Rakitovec, Podpec e Podgorje hanno perso i possedimenti terrieri in Croazia per una superficie complessiva di 160 ettari. O meglio, i terreni sono stati nazionalizzati in virtù della legge del 1947, non più in vigore. E la questione assume una connotazione singolare se si considera che nel 1996 il Sabor ha varato la legge sulla restituzione dei beni nazionalizzati ai proprietari, o in alternativa il risarcimento in denaro. Quanto ai terreni, si tratta di possedimenti comuni: non sono intestati cioè a singoli cittadini, bensì alle comunità rurali o cooperative. Del caso scrive ampiamente il Glas Istre, che sull’intricata vicenda ha interpellato Damjan Pobega, direttore della Comunità agraria di Rakitovec nonché presidente dell’Associazione delle Comunità agrarie della Slovenia. «Questa è una vera e propria rapina da parte dello Stato croato - sostiene - neanche la Slovenia è un paese ideale, ma certo non giungerebbe fino a tal punto».

Questa nuova ondata di nazionalizzazioni dei terreni ha già colpito peraltro anche numerosi abitanti residenti nell’Istria croata, per la precisione nel territorio del piccolo comune di Lanischie, che si sono visti recapitare i relativi decreti lo scorso gennaio. «Nel nostro comune - spiega il sindaco Roberta Medica - sono arrivati 25 decreti di questo tipo e contro ognuno di essi abbiamo inoltrato ricorso per avvocato nel tentativo di tutelare la proprietà delle comunità rurali che hanno richiesto il nostro aiuto. Tra l’altro - aggiunge Medica - abbiamo contestato la formulazione della Procura secondo cui lo Stato diventa proprietario dei terreni in virtù della legge sulle aree carsiche del 1947, che però non può in alcun modo venire applicata in questo caso in quanto gli appezzamenti sono considerati beni comunali, da noi chiamati comunella».

Il Glas Istre ha approfondito ulteriormente il tema. Ne è emerso che la comunella è una particolare forma di proprietà privata presente, in Istria, solo in Cicceria. Gli abitanti del luogo avevano comperato congiuntamente quei terreni (per lo più pascoli e boschi) dall’Impero austriaco agli inizi del 19.o secolo, intestandoli alle rispettive comunità rurali e utilizzandoli poi in maniera comune. Non è chiaro in che modo lo Stato sia diventato proprietario delle comunelle.

Ai ricorsi contro la nazionalizzazione delle comunelle non è ancora arrivata alcuna risposta, sebbene siano già trascorsi circa 10 mesi. Non è del resto la prima volta che lo Stato croato tenta di intavolarsi le comunelle: lo aveva fatto già diversi anni, fa però senza riuscirci. Tra l’altro alcune comunità rurali avevano sporto denuncia contro la Repubblica di Croazia. Nella denuncia era stata formulata anche richiesta che le comunelle fossero ripartite tra le famiglie che vivono sul territorio, eredi di chi le aveva acquisite dall’Austria. (p.r.)
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo