Zagabria dopo il terremoto: una vittima, molti i danni

Non ce l’ha fatta la quindicenne rimasta ferita durante le scosse di domenica Cinquemila domande di controllo sulla stabilità degli edifici da parte dei cittadini

/ ZAGABRIA Non ce l’ha fatta la ragazza di 15 anni rimasta ferita nel terremoto di domenica mattina. Ieri pomeriggio il direttore dell’ospedale per le malattie infantili, Goran Roić, ne ha annunciato il decesso: «Purtroppo nonostante tutti gli sforzi del personale medico l’adolescente rimasta gravemente ferita durante il sisma è morta per le ferite riportate», ha dichiarato Roić alla tv regionale N1. E nella mattinata di ieri il ministro dell’Interno croato, Davor Božinović, aveva aggiornato il bilancio dei feriti, passato dai 18 inizialmente censiti subito dopo il sisma a 27, di cui 12 ricoverati in ospedale in condizioni più o meno gravi.



È dunque con queste cattive notizie che è stata vissuta ieri a Zagabria la prima giornata del dopo terremoto (due le scosse forti di domenica mattina, seguite da numerose altre di intensità minore fino alla notte) in un clima in cui si combatte su due fronti: contro il coronavirus e per una rapida ricostruzione. Ieri è stata la giornata in cui si è cercato di conteggiare i danni materiali. Se la regione di Krapina, a nord di Zagabria, li ha stimati in circa 20 milioni di kune (2,6 milioni di euro), a Zagabria il quadro non è ancora completo. Il ministro Božinović ha parlato di «danni ingenti», aggiugendo che «più di 250 edifici sono stati danneggiati, ma i controlli sono ancora in corso». Le oltre 50 squadre di esperti dispiegati per mappare la situazione nella capitale (anche con l’ausilio di droni) hanno infatti potuto controllare finora solo 500 edifici, a fronte delle oltre cinquemila domande pervenute da parte dei cittadini. E non ci sono solo le abitazioni private - centinaia i posti letto messi a disposizione negli studentati per chi ha le abitazioni inagibili - ma anche gli edifici storici e quelli iscritti al patrimonio culturale, anch’essi gravemente colpiti: tra questi diversi musei, il Parlamento e la cattedrale. La completa ricostruzione, fa sapere il governo, richiederà mesi.



Ma il dopo terremoto è appunto solo una delle sfide cui fa fronte la Croazia in questo momento, e forse proprio per questo non è mancata la solidarietà internazionale. L’ambasciata d’Italia a Zagabria rende noto che a seguito del sisma «e dei danni registrati anche nella capitale Zagabria, è stato attivato il «Meccanismo Ue di protezione civile» nel cui quadro l’Italia ha offerto un modulo per l'assistenza in tenda di 250 persone (verdi l’articolo qui a lato, ndr). A livello regionale, oltre alla dimostrazione di solidarietà dei cittadini di Sarajevo e Belgrado che domenica sera hanno applaudito all’unisono per Zagabria, è arrivato un simbolico contributo finanziario da parte del comune di Cattaro in Montenegro.

Mentre la capitale cerca di riorganizzarsi il coronavirus sul territorio nazionale continua a diffondersi. Il numero dei casi censiti in Croazia è arrivato ieri a quota 315 (+61 rispetto a domenica) e riguarda ormai tutte le regioni. Il governo ha dunque introdotto nuove misure, vietando da ieri mattina gli spostamenti da comune a comune e proibendo i mercati ortofrutticoli (in precedenza erano già stati chiusi bar, ristoranti e negozi e in generale tutte le attività non alimentari). Le banche private hanno deciso la chiusura di diverse filiali, mentre l’Arena Zagreb, il palasport di Zagabria che accoglie oltre ventimila persone durante i concerti, viene attualmente attrezzato per diventare un ospedale di supporto. Tolleranza zero infine per chi non rispetta la quarantena o le nuove misure anti-assembramento: è prevista una multa di ottomila kune (oltre mille euro), per chi si fa trovare in gruppi di più di cinque persone. —

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