Zagabria dà l'ok per lo sfruttamento del petrolio

Tra le cinque società aggiudicatrici c'è anche l'italiana Eni. Potranno trivellare il fondale in dieci aree.
Una piattaforma petrolifera in Adriatico
Una piattaforma petrolifera in Adriatico

L’avventura petrolio in Croazia è ufficialmente iniziata ieri. Il governo guidato dal premier Zoran Milanovi„ (centrosinistra) nella prima riunione dell’anno ha stabilito a quali società offerenti concedere la concessione per lo sfruttamento dei giacimenti di oro nero e di gas presenti sotto i fondali del mare Adriatico.

La licenza per l’esplorazione e lo sfruttamento in complessive dieci aree è stata concessa a cinque società: Marathon Oil (Usa), Omv (Austria), Eni (Italia), Medoilgas (sede a Londra) e Ina (Croazia). Il valore stimato dei piani di investimento delle società “appaltatrici” è di 53 milioni di euro e il periodo di esplorazione durerà 5 anni.

Il consorzio formato dalla Marthon Oil e la Omv si è aggiudicato lo sfruttamento di sette aree, di cui una nella parte settentrionale dell’Adriatico, quattro in quella centrale e due nell’area meridionale. Il consorzio costituito dall’italiana Eni e dalla Medoilgas ha ottenuto la concessione per una sola area nella parte centrale dell’Adriatico mentre alla Croata Ina sono andate due aree nella parte meridionale.

Il ministro dell’Economia, Ivan Vrdoljak ha annunciato che nelle casse dello Stato saranno immediatamente versati 100 milioni di kune (13 milioni di euro) dopo la firma dei contratti in termini di compensazione. «Anche in queste condizioni geopolitiche instabili, con la crisi economica in atto e l’incertezza relativa ai prezzi del petrolio - ha dichiarato il ministro Vrdoljak - la Croazia ha dimostrato di essere uno dei Paesi di maggior successo nella gara per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi nel mondo». Egli ha altresì precisato che quella croata è stata la principale “gara” per l’ottenimento di concessioni petrolifere al mondo nel 2014 e che posiziona il Paese come uno degli Stati leader dell’energia nel Sudest europeo.

La decisione di concedere dieci licenze per l’esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi nell’Adriatico è stata assunta dal governo a porte chiuse e giunge dopo la conclusione il 3 novembre scorso della gara pubblica. Ricordiamo che all’esecutivo di Zagabria erano allora pervenute le richieste di sei società, riguardanti 15 zone di sfruttamento nel sottosuolo marino. Adesso, come spiega la direttrice dell’Agenzia per gli idrocarburi della Croazia, Barbara Dori„, saranno avviate le trattative che si concluderanno con la firma dei relativi contratti di esplorazione e sfruttamento.

Il termine ultimo per la firma dei contratti scadrà il prossimo 2 aprile. Le società che hanno ottenuto la concessione già in fase di offerta sono state obbligate ad accettare le disposizioni contenute nel progetto di accordo incluse nei documenti di gara e hanno dovuto indicare i punti che si sono riservate di chiarire. Il ministro Vrdoljak ha altresì precisato come la Croazia sia costantemente in contatto con le autorità governative del Montenegro in quanto si sta lavorando a un progetto comune che si concretizzerà in un memorandum d’intesa per lo sfruttamento di idrocarburi, petrolio e gas in Adriatico.

«Fino alla fase operativa - ha concluso Vrdoljak - che sarà il momento cruciale per attuare l’accordo sicuramente i nostri due Paesi avranno definitivamente risolto le questioni ancora aperte in tema di confini nazionali».
Da notare come le società concessionarie siano tutte europee o statunitensi e già questa è una risposta all’avanzata geopolitica russa in tema di sfruttamento energetico soprattutto dopo l’abbandono del progetto South Stream.

E il progettato rigassificatore di Veglia potrebbe essere una sorta di ciliegina sulla torta della controffensiva nell’area balcanica targata Washington soprattutto se da oltre oceano arriveranno gli indispensabili dollari per la realizzazione.
 

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