Zagabria dà il via libera al rigassificatore

Il governo approva il finanziamento dell’impianto off-shore a Veglia, destinato a essere operativo all’inizio del 2021

TRIESTE La Croazia vara un ambizioso piano energetico per cercare di portare il Paese verso l’indipendenza dall’approvvigionamento estero. E, in quest’ottica, il governo di Zagabria guidato dal premier Andrej Plenković ha approvato ieri il finanziamento della costruzione del rigassificatore (Gnl) galleggiante nel nord Adriatico, sull'isola di Veglia.

Il valore totale dell'investimento è stimato in 234 milioni di euro. Il Gnl di Veglia ha già ottenuto il via libera della Commissione europea, che lo ha inserito nella lista dei progetti prioritari e di interesse comunitario, assicurando 102 milioni di euro dai fondi europei. La Croazia ha approvato un esborso di 50 milioni di euro per quest'anno e di altri 50 per l'anno prossimo; il resto verrà assicurato dalla società che gestirà la struttura, di proprietà dello Stato. Il rigassificatore dovrebbe essere operativo all'inizio del 2021. Il ministro delle politiche energetiche, Tomislav Corić, ha spiegato che si tratta di un «progetto strategico per la Croazia, cruciale per la sua indipendenza energetica, come anche per la sicurezza del Paese, dato che assicurerà un alto livello di diversificazione delle forniture di gas».

Gli esperti ricordano che il rigassificatore gode anche di un forte appoggio di Washington che vede nel progetto una risposta alle mire della russa Gazprom con l’avanzamento verso i Balcani della cosiddetta Turkish Line. Il rigassificatore viene caldeggiato anche dalle cancellerie dei Paesi dell'Europa occidentale, perché bypassando la Russia contribuirà notevolmente alla stabilità energetica dell'Europa centrale, con un approvvigionamento sicuro e continuo di gas naturale. L'obiettivo finale è collegare il terminal sull'isola di Veglia al rigassificatore sul Mar Baltico, in Polonia, formando in questo modo un corridoio energetico nord-sud che garantirebbe forniture di gas naturale a Polonia, Cechia, Slovacchia, Ungheria e Croazia, con collegamenti anche ai Paesi confinanti, inclusa l'Ucraina.

Il governo ha anche adottato una procedura di gara per il rilascio delle licenze per l'esplorazione e lo sfruttamento di idrocarburi nella zona delle Dinaridi e nelle parole del ministro dell'Ambiente e dell'Energia Tomislav Corić, il tutto fa parte delle attività dell’esecutivo volta a rafforzare l'indipendenza energetica della Croazia. La concessione è per quattro esplorazioni in un’area di superficie pari a 12.134 chilometri quadrati nella zona di Karlovac, Lika e di Segna, Regione litoraneo-montana, Zara, Spalato, Sebenico e Knin. La ricerca durerà cinque anni.

I parchi nazionali sono stati esclusi dalla zona di esplorazione, così come la costa e il confine di stato con la Bosnia-Erzegovina. Secondo la decisione del governo, l'Agenzia degli idrocarburi condurrà azioni preparatorie, redigerà i documenti di gara, pubblicherà un bando e nominerà una commissione che risponderà al ministero dell'Energia. —


 

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