Zagabria brucia le tappe Scatta la corsa all’oro nero

Conto alla rovescia per lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini dell’Adriatico Dal 10 marzo i potenziali investitori potranno accedere ai dati della “Spectrum”

TRIESTE. Nell’Adriatico croato scatta la corsa all’oro nero. Dopo che gli studi della specializzata società norvegese “Spectrum” hanno confermato la presenza di grandi quantità di petrolio e di gas sotto i fondali marini il governo di Zagabria ha iniziato a elaborare tutte le procedure necessarie a dare il via allo sfruttamento dei giacimenti sottomarini. Già creata un’apposita agenzia che gestirà gli appalti per le prime trivellazioni e sondaggi. La gara partirà il prossimo mese di aprile. E al ministero dell’Economia si stanno già fregando le mani ben consci di essere sul punto di realizzare il più grande successo economico e fiscale della storia della Croazia indipendente. Anche se per vedere arrivare i primi soldi bisognerà aspettare il 2019 quando inizierà l’estrazione vera e propria.

Nella forma di concessione che sarà sottoscritta con le società petrolifere contraenti lo Stato croato godrà di sette tipi di strumenti fiscali e amministrativi, dall’exploration area fee. all’administration fee, dal signature bonus alle royalty e al production bonus. Fatte le opportune somme lo Stato incasserà il 54% dei ricavi derivanti dall’estrazione del petrolio e il 60% per quanto riguarda il gas. La compensazione per l’olio pompato fin qui è del 5 per cento e passerà al 10%. Il governo ha già iniziato a fare i conti. Ad esempio l’Ina, la società petrolifera croata, che nel 2013 ha operato praticamente con un pareggio di bilancio e guadagnando 48 milioni di euro con il nuovo modello ne avrebbe incassati quasi 500 di milioni.

E qui si inserisce anche l’altro grande busniess croato, quello cioè relativo all’acquisto dell’Ina da parte del gigante petrolifero russo Rosnjeft. Il ministro dell’Economia, Ivan Vrdoljak a tale proposito ha dichiarato che «la Croazia per ora non vende alcuna azione, se i colleghi ungheresi (la magiara Mol detiene la maggioranza dell’Ina ndr.) decideranno di alienare la loro quota di proprietà, chiunque sarà interessato ad acquistarla dovrà parlare con il governo». Ma l’interesse degli investitori russi per l’Ina è stato confermato anche dal premier Zoran Milanovi„ il quale da Londra, dove si trova per il forum “Investimenti nei Balcani” organizzato dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), ha fatto sapere che il governo valuterà tutte le operazioni sul tavolo. E, intanto, Zagabria decide di mettere “al sicuro” la vendita del gas ai distributori che dal 1 aprile sarà effettuata dalla Società croata per l’elettricità (Hep) e non più dall’azienda Prirodni Plin di proprietà proprio dell’Ina.

La corsa all’oro nero inizierà ufficialmente, intanto, il prossimo 10 marzo quando presso la neocostituita Agenzia per gli idrocarburi sarà aperta la cosiddetta “data room” dove i potenziali investitori potranno accedere ai dati relativi ai giacimenti. Per poterli visionare si pagheranno 5mila euro. Molto più care saranno le registrazioni sismiche dell’intero Adriatico. Si potrà scegliere tra i dati elaborati dalla norvegese Spectrum o utilizzare quelli “vecchi” elaborati dall’Ina, oppure entrambi.

Da un punto di vista operativo è stato deciso di suddividere l’Adriatico croato in 29 blocchi esplorativi di cui 8 saranno nell’Adriatico settentrionale (profondità a 100 metri), 21 nell’Adriatico centro-meridionale con 16 a profondità fino a mille metri e i rimanenti in acque ancora più profonde. Ogni blocco potrà contenere due pozzi estrattivi con un investimento iniziali pari a 60 milioni di dollari. Nei primi anni di ricerca saranno investiti quasi 3 miliardi di dollari. Nella concessione è previsto che il 40% dei lavori siano effettuati da aziende croate creando così commesse per i cantieri navali e per l’industria metallurgica e aprendo posti di lavoro per l’impiego di personale tecnico e in più con lo sfruttamento dei giacimenti arriverebbe anche energia a buon mercato per l’industria rilanciandola così in termini di competitività sui mercati internazionali.

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