Witor’s, cioccolatini e biscotti per combattere la crisi

Dolce è il pensiero che a Gorizia c’è un cuore pulsante di lavoro e qualità della produzione. In via San Michele l’oasi tra tanta crisi si chiama Witor’s, azienda sorta a Cremona nel 1959 grazie al geniale imprenditore Roberto Bonetti.
Witor’s significa, tra l’altro, la mamma dei cioccolatini ripieni di ciliege, i gustosi boeri, i primi prodotti e ancora oggi i più comprati del genere. Infinita la gamma delle leccornie sfornate negli stabilimenti di Gorizia e di Cremona. Grazie al lavoro 281 dipendenti, 140 dei quali nella sede goriziana.
La Witor’s ha un’altra particolarità che eleva ulteriormente la sua importanza: il rapporto è di tre dipendenti donne e di un uomo. La produzione si spalma su due turni (6-14; 14-22) ma quando le commesse aumentano ecco che si lavora anche di notte o su quattro turni modificati.
La maggior parte dei lavoratori è assunta con contratto stagionale. Una consuetudine nelle industrie dolciarie la cui attività, tradizionalmente, viene impostata per la preparazione dei prodotti natalizi e pasquali.
«Ma la nostra stagionalità - precisa il direttore dello stabilimento di Gorizia, Orazio Civello - ormai abbraccia 11 mesi all’anno. Significa che in media gli stagionali lavorano almeno otto mesi all’anno».
Erroneamente, nei giorni scorsi, la Witor’s era stata inserita tra le industrie dolciarie goriziane in cui la crisi impone sacrifici occupazionali. L’aveva affermato il rappresentante provinciale della Cgil, sindacato che alla Witor’s - precisano in direzione - non ha nessun iscritto.
«Non capiscono come possano essere uscite certe notizie - conferma Franco De Paoli, da vent’anni in Witor’s, delegato Cisl nella rsu - .L’azienda funziona, il lavoro c’è. La direzione dimostra massima disponibilità a mettere i lavoratori nelle migliori condizioni. Il contratto di lavoratore stagionale è normale in questo tipo di imprese. Ricordo poi che quando scade il contratto i lavoratori hanno diritto all’indennità di disoccupazione».
Sono una quarantina i dipendenti che invece sono assunti a tempo indeterminato.
Probabilmente qualche ragione ce l’ha il direttore Civello quando afferma che Gorizia non conosce bene la Witor’s. Però i numeri svelano un forte rapporto tra azienda e territorio. Basta pensare ai 15mila che nel 2015 hanno visitato il ricchissimo spaccio aziendale attiguo all’azienda.
«Witor’s investe molto sulle strutture e sull’innovazione. Penso a una prossima linea di produzione per un prodotto destinato a Barilla. Abbiamo rimosso oltre 10mila metri quadrati di eternit dalla copertura dei capannoni. Abbiamo investito nel 2015 un milione e mezzo di euro in tecnologia. Il mercato nel quale ci confrontiamo è molto esigente e dobbiamo stare al passo di quanto impongono i più alti standard qualitativi».
Il personale risiede nell’Isontino ma alcuni provengono dai comuni sloveni della fascia confinaria. Molti clienti dello spaccio del resto sono sloveni.
La Witor’s, tra i due stabilimenti, propone 30 tipologie di confezionamento e in Italia si attesta come terzo produttore a volume, con una consolidata leadership nei segmenti praline e ovetti. Significa che non c’è italiano che non abbia mai gustato un prodotto Witor’s, dunque - perché no - un prodotto goriziano.
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