Wärtsilä, via ai licenziamenti nell’indotto
TRIESTE La società che gestisce in appalto le operazioni di carico, scarico e di movimentazione dello stabilimento di Bagnoli di Wärtsilä Italia, la Psm Logistica srl, ha annunciato per il prossimo marzo il licenziamento di 21 dei suoi 38 dipendenti. I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione con contestuale blocco del lavoro straordinario. «Wärtsilä Italia ha ritirato i suoi esuberi ma ora fa ricadere la sua decisione sull'indotto», evidenziano il segretario di UilTucs, Matteo Zorn, e quello di Filcams Cgil, Andrea De Luca: «Temiamo che situazioni simili si possano presto creare anche in altre aziende che hanno in appalto servizi per lo stabilimento di Bagnoli». La Psm Logistica ha in appalto quel servizio dal 2015. È una srl in monocommittenza. In precedenza, a svolgere quelle operazioni era la Projectus Labor.
Alla base della decisione della società di avviare dei tagli occupazionali c'è una diminuzione dei volumi produttivi del gruppo motoristico, ai quali si affiancano le incertezze sulla committenza già evidenziate da Wärtsilä. Una situazione che ha spinto il gruppo motoristico ad annunciare un taglio di 350 posti nelle fabbriche di tutto il mondo. Inizialmente la scure si sarebbe dovuta abbattere anche sulla realtà di Trieste, con un taglio di 30-40 dipendenti, ma c’è stato poi un dietrofront del gruppo che ha deciso, per ora, di risparmiare i lavoratori di Bagnoli. «Peccato che la medesima sorte - sostengono i sindacati - non sarà riservata ai dipendenti dell'indotto che, ancora una volta, vengono considerati come lavoratori di serie B. Wärtsilä riduce i volumi di lavoro e scarica le conseguenze sull'indotto: quando serve, a questi lavoratori vengono fatte fare più ore dell'orologio; quando cala il lavoro vengono cacciati, con un conseguente costo sociale».
Nello stabilimento di Bagnoli lavorano oltre mille dipendenti diretti supportati da 150-200 addetti afferenti alle imprese dell’indotto. «Come avevamo previsto - fanno notare De Luca e Zorn - a fronte dell’incertezza della committenza, in questa fase la mossa di Wärtsilä è quella di risparmiare sul lavoro esterno. Questo solo perché il licenziamento di quei lavoratori e le conseguenze di questa decisione sulle loro famiglie, sui loro figli, fa meno rumore». Zorn e De Luca ritengono questa prospettiva «inaccettabile, anche alla luce delle dichiarazioni di poche settimane fa di Wärtsilä Italia che fanno riferimento a un rientrato allarme occupazionale e sufficiente flessibilità dell'indotto».
Un ulteriore problema evidenziato dai sindacati è che «la Psm Logistica non applica il contratto metalmeccanici, dunque non utilizzerebbe ammortizzatori sociali per quei 21 dipendenti. Chiediamo un intervento dell'assessore regionale Alessia Rosolen, e un incontro con la stessa Regione, Wärtsilä e la Psm Logistica», chiudono. —
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