Wärtsilä Trieste, la locazione decennale con Msc e le domande aperte sull’impegno post 2027
Rispetto all’ipotesi iniziale il programma è stato esteso di un anno ma aggiungendo solo 3 milioni a supporto. Crescita di addetti ridotta

TRIESTE Nei prossimi anni Wärtsilä conta di occupare in Italia 801 addetti, il cui futuro è passato fin qui in secondo piano, con l’attenzione tutta rivolta alla chiusura del ramo manifatturiero dell’azienda.
Dopo le frizioni con le istituzioni italiane, in un clima di crescente sfiducia, la multinazionale dovrà ora dimostrare di credere nella sua presenza in Italia e sfatare il fantasma, che vuole la chiusura della produzione essere solo il primo tempo di un film destinato a concludersi con la cessazione di tutte le attività nel Paese.
Presto tuttavia per dire su quali certezze poggi un programma che a Trieste si basa tutto sui progetti di conversione dei motori a nuovi carburanti: dal piano emergono suggestioni contrastanti che solo il tempo potrà confermare o smentire.
Il primo punto a risaltare è che la società non abbia infine accolto i ripetuti appelli delle istituzioni per un incremento dei propri impegni. Il piano triennale inizialmente presentato valeva 51 milioni; quello allegato all’Accordo di programma è cresciuto di un anno ma con una dotazione di 3 soli milioni in più. Allo stesso tempo, la prima versione prospettava 50 assunzioni, mentre quella definitiva ne conta 15.
Sulla concretezza delle prospettive fa ben sperare il fatto che i finlandesi abbiano sottoscritto un contratto di locazione decennale con Msc, allontanando le voci che vorrebbero la società interessata a trasferire gli uffici in Porto vecchio, rinunciando a ogni spazio manifatturiero.
Allo stesso tempo, però, Wärtsilä nell’Accordo di programma «si impegna sino al 31 dicembre 2027 (dunque solo per 4 anni, ndr) a garantire la continuità occupazionale e delle attività industriali in Italia, nonché a non assumere iniziative unilaterali», avviando nuovi licenziamenti. Resta peraltro possibile nel frattempo il ricorso alla cassa integrazione «qualora necessario, in caso di insaturazioni».
I prossimi mesi dovranno inoltre dire quali attività saranno effettivamente svolte a Trieste, dove la divisione R&D occupa poco più di un centinaio di persone sulle 700 a disposizione della corporation a livello globale. Bagnoli darà il suo contributo esclusivamente per studio e installazione dei kit di retrofit, che non si sa però se verranno prodotti a Trieste o a Vaasa, dove si concentrerà tutta la progettazione dei motori di nuova generazione.
I lavori di conversione dei propulsori saranno effettuati direttamente a bordo delle navi, ma il porto di Trieste non è nei piani immediati. Un primo intervento di modifica su motori 2 tempi si svolgerà a Napoli e Wärtsilä ritiene che le grandi flotte continueranno a fare rimessaggio a est di Suez, tra Cina, Dubai e Singapore. È qui che saranno inviate le squadre triestine di operai del Service, ma a Bagnoli non si esclude che il Molo VII possa in futuro diventare una possibilità, dopo aver concluso i lavori per l’allungamento.
L’ultimo elemento di incertezza arriva dal recente annuncio della corporation, che in autunno darà il via a un’ulteriore espansione dell’impianto di Vaasa, dove è stata concentrata la produzione di motori a scapito di Trieste. Wärtsilä costruirà entro il 2026 un’altra palazzina uffici, chiudendo le altre sedi cittadine e accentrando tutto nel nuovo stabilimento, dove lavoreranno 3.400 persone rispetto alle 2 mila attuali. Nella corporation c’è chi legge l’iniziativa come una razionalizzazione tutta in ambito finlandese e chi ci vede invece la volontà futura di una crescita tutta incentrata su Vaasa.
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