Wärtsilä, sindacati in allarme a Trieste: «Motori nuovi in Finlandia»
TRIESTE Wärtsilä torna a preoccupare i sindacati. Il lungo incontro con l’azienda, iniziato di mattina e terminato nel pomeriggio, non ha dissipato i dubbi, anzi li ha inspessiti.
Ad accendere il riflettore sulle intenzioni della multinazionale finnica, prima presenza manifatturiera a Trieste con poco meno di un migliaio di dipendenti, è Fim Cisl, prima sigla in azienda a livello di rappresentatività tra i lavoratori. Mauro Masci, coordinatore nazionale Fim presente al “conclave”, non le ha mandate a dire e riassume: «Bilancio chiaroscuro, in realtà più scuro che chiaro. Sullo sfondo un gruppo che persevera nel non voler mettere nero su bianco gli impegni per Trieste. E questo ci preoccupa».
Alessandro Gavagnin, responsabile territoriale, individua con la consulenza di Fabio Kanidisek tre temi di possibile tensione con l’azienda. Primo: sarà la nuova fabbrica finlandese di Vaasa (e non Trieste) il fulcro dei motori innovativi. Secondo: non si comprende quali saranno i punti di caduta produttivi del processo di de-carbonizzazione riguardo Trieste, cioè in che modo verrà coinvolta. Terzo: rispetto a poco più di un anno fa gli operai a Bagnoli sono scesi da 260 a 220, 40 tra uscite e pensionamenti, non bilanciate da turnover ma dal ricorso alle ditte d’appalto.
Un “triplete” che spinge i sindacati Fim-Fiom-Uilm a ritrovarsi già la prossima settimana in sede di coordinamento nazionale, che studierà le iniziative da assumere, non ultime quelle presso le istituzioni.
Quasi presagisse il passo della Fim, in serata attorno alle 19.35 è approdato un comunicato di Wärtsilä di sapore differente rispetto alla pronuncia sindacale. Il messaggio, di tonalità più rassicurante, riporta le dichiarazioni dei due manager non italiani presenti alla riunione, in merito agli ambiti produttivi mare/terra. Vesa Riihimäki ha precisato che «Trieste è la nostra sede centrale di produzione e continuiamo a sviluppare le nostre operazioni investendo in sicurezza, affidabilità e digitalizzazione». Due piattaforme motore innovative saranno destinate anche al sito triestino. Per rafforzare l’area mediterranea vengono assunte - riporta il comunicato - risorse fresche: si tratta di 230 addetti, “service engineer” da utilizzare a bordo e tecnici, 40 di queste figure saranno reclutati in Italia.
Più problematico Jong de Henk, dirigente nel settore energetico, secondo cui «il propulsion in Italia soffre di un calo imputabile alla situazione di mercato, ma il know-how consolidato in questi anni spinge l’azienda preservare l’attuale assetto, in attesa di comprendere chiaramente le indicazioni globali e locali nel breve-medio periodo».
Digitalizzazione, decarbonizzazione, sostenibilità: Helsinki punta a porre la costola italiana al centro dello sviluppo di progetti industriali internazionali. Ribadite infine le intenzioni collaborative con Autorità portuale, AcegasApsAmga, Università in materia di distribuzione energetica nell’area giuliana, a cominciare dall’elettrificazione delle banchine.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo