Wärtsilä lancia il distretto per la stampa 3D dei metalli

Cinque aziende apripista con il contributo della Regione riunite in Additive Fvg. Il general manager Saragò: «Acceleriamo il passaggio all’industria 4.0»
Silvano Trieste 12/12/2016 Wärtsilä Trieste
Silvano Trieste 12/12/2016 Wärtsilä Trieste

TRIESTE Cinque aziende apripista, un’acceleratore d’impresa, un cluster e un’azienda tedesca tra le più importanti nelle tecnologie per la stampa 3D: questi gli ingredienti che hanno dato vita, con il contributo della Regione Fvg e il supporto di UniUd, a Additive Fvg Square: il primo centro in regione dove si potrà utilizzare e sperimentare un sistema per la stampa 3D industriale di materiale metallico. «É noto – spiega Giuseppe Saragò, general manager smart manufacturing & innovation di Wärtsilä - che l’additive manufacturing (il processo industriale per fabbricare i materiali in 3D), grazie alla libertà progettuale fornita, può efficacemente soddisfare i requisiti dell'industria moderna. La nostra azienda sta investendo in queste tecnologie non solo per i componenti, ma anche utensili ed attrezzature per la produzione possono essere prodotti per una frazione dei costi, ed il potenziale è infinito».



«La vera sfida – prosegue Saragò - però è sviluppare in breve tempo le conoscenze per sfruttarne appieno il potenziale disponibile. Wärtsilä è da tempo impegnata nella promozione di un ecosistema industriale basato sull’innovazione aperta; crediamo che condividere competenze e affrontare problematiche comuni, rappresenti il vero fattore di innovazione. Ecco perché riteniamo Additive Fvg un importante tassello nella creazione di questo ecosistema».

Un’iniziativa concreta e orientata al mercato secondo i criteri dell’Industria 4.0, grazie a cui cinque aziende trainanti del settore metalmeccanico regionale – Brovedani Group, Gruppo Cividale, Sms Group, Thermokey e, appunto, Wärtsilä, con la collaborazione di Comet, cluster della metalmeccanica made in Fvg, e della tedesca Eos - faranno da apripista per la conoscenza e l’utilizzo della tecnologia additiva per la produzione in 3D in regione con l’obiettivo di creare un ecosistema adeguato per l’introduzione di nuovi modelli produttivi che permetteranno di accrescere il know how, le potenzialità e il valore competitivo di tutto il comparto metalmeccanico regionale.

«Ritengo che – evidenzia Saragò - per approcciarsi all’additive manufacturing non sia da usare la classica prospettiva di riduzione costi, velocizzazione della prototipazione od in termini di riduzione di processi manufatturieri, quanto invece sia da pensare alla manifattura a valore aggiunto come ad uno strumento in grado di incrementare esponenzialmente la libertà di progettazione in ogni ambito della produzione. Per far questo però è necessario focalizzarsi all’impatto che queste tecnologie possono avere sulla intera catena del valore, non solo focalizzarsi sul prodotto, ma anche su ausili per l’assemblaggio, sistemi di produzione, riparazione dei macchinari. Insomma più Big Thinking che Top Technology; bisogna pensare a un approccio flessibile all’utilizzo delle tecnologie, la riduzione dei costi e la semplificazione dei processi sono la conseguenza della libertà progettuale e di un utilizzo intelligente della tecnologia». —


 

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