Wärtsilä, Fiom accusa: «Ci buttano fuori» È guerra tra sindacati
Una piccola Fiat, dal punto di vista sindacale, alla Wärtsilä, la più grande azienda della provincia di Trieste con milleduecento dipendenti. Domani e dopodomani sono in programma le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) che sembrano in realtà ben poco unitarie. «Fim-Cisl e Uilm provano a buttare fuori la Fiom-Cgil» denuncia quest’ultima in una nota. «La Fiom si è smarcata dalle altre organizzazioni - contrattacca con un proprio comunicato la Fim-Cisl - rinunciando al proprio ruolo contrattuale e difendendo esclusivamente il proprio “fortino” politico e ideologico che quotidianamente la isola sempre più dalla realtà».
Ieri la Fiom ha fatto un presidio con volantinaggio davanti ai cancelli dello stabilimento aprendo una discussione con i lavoratori. «Alla Wärtsilä - spiega Sasha Colautti - noi della Fiom abbiamo più iscritti che Fim e Uilm messe assieme appure avremo al massimo 4 dei 12 nuovi rappresentanti di fabbrica. Ciò perché in base a un accordo vecchio del 1993 un terzo degli eletti è riservato solo alle formazioni aziendali che hanno firmato il contratto nazionale di lavoro». Contratto che Fim e Uilm hanno firmato, ma la Fiom no. Anzi solo due giorni fa il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso della Fiom che chiedeva l’annullamento di quel contratto. La rottura, già evidenziatasi a livello nazionale, diventa per la prima volta così palese ora a Trieste. «È vero che l’accordo del 1993 riserva la quota di un terzo ai firmatari del contratto collettivo - sottolinea la Fiom - ma è anche vero in questo caso che il contratto collettivo è stato siglato da organizzazioni minoritarie per iscritti e senza alcun mandato di validazione delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici italiani». «Nel ricorso al Tribunale di Roma - controbatte la Fim - la Fiom ha denunciato anche la Fim e la Uilm (è la prima volta che un sindacato confederale denuncia altri sindacati) per aver sottoscritto un contratto nazionale che dà soldi e diritti ai lavoratori. Con questa sentenza invece il giudice del lavoro sancisce che il contratto è legittimo, che non vi è stata alcuna discriminazione verso la Fiom e che se si vogliono avere regole per partecipare alle trattative per il contratto nazionale la Fiom deve fare l’accordo con Fim e Uilm».
Una spaccatura tanto più grave a Trieste nel momento in cui si sta per aprire la partita decisiva sulla riconversione dell’area di Servola dove la Ferriera ha solo qualche mese di vita e vi saranno di ricollocare tra quelli dello stabilimento e quelli dell’indotto, un migliaio di lavoratori metalmeccanici. «Per la Fiom - si legge nella nota - le questioni della rappresentanza e dei diritti nelle aziende sono prioritarie per la vita del paese». E su questa questione con i temi locali e nazionali che si intrecciano in vista della manifestazione di Roma di sabato ieri si è svolta un’assemblea pubblica al Caffé San Marco con la partecipazione anche del segretario regionale della Fiom Gianpaolo Roccasalva.
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