Wärtsilä annuncia altri 350 esuberi e Bagnoli sciopera
Domani venerdì due ore di sciopero negli stabilimenti di Trieste, Genova, Napoli: Wärtsilä Italia (Wit) non fa in tempo a digerire un taglio degli organici, che già si annuncia la possibilità di un’ulteriore contrazione di personale.
La multinazionale finlandese, che a Bagnoli di val Rosandra conduce un sito produttivo di punta, ha comunicato che il bilancio 2019 dovrebbe chiudersi con un utile in calo di 100 milioni (si badi bene: in calo, quindi non è un’annata in rosso) e che quindi, per fronteggiare i minori guadagni, taglierà altri 350 posti a livello mondiale, dove gli addetti Wärtsilä sono circa 19 mila. Il 25 ottobre Helsinki sfornerà le cifre dei nove mesi (terzo trimestre) gennaio-settembre e si dovrebbe capire meglio il quadro della situazione produttivo-finanziaria. Ma ancor prima, in occasione di un incontro sindacale in calendario il 14, è probabile che vi siano indicazioni riguardo alle “bandiere” degli esuberi.
Ma Fim-Fiom-Uilm non hanno voglia di aspettare un mese per saperne di più. Ieri hanno appreso delle intenzioni finlandesi, dopo che un coordinamento nazionale, svoltosi martedì, aveva esaminato prospettive industriali poco promettenti, legate - afferma una nota - «ai ridotti volumi produttivi di fine anno», un trend negativo che potrebbe protrarsi nel 2020. La “triplice” metalmeccanica ha così deciso di lanciare, con lo sciopero di domani, un messaggio all’esterno e un segnale alle istituzioni, soprattutto alla Regione Fvg affinchè coordini un’azione di tutela occupazionale insieme alle “colleghe” Liguria e Campania. Alessandro Gavagnin, nuovo responsabile triestino della Fim, chiede anche il coinvolgimento dello Sviluppo Economico, dove siede il pentastellato triestino Stefano Patuanelli.
Comprensibilmente piccata la posizione Fim-Fiom-Uilm espressa nel volantino che proclama lo strike: a fine luglio era stato raggiunto l’accordo per gestire l’uscita dei 34 esuberi triestino-genovesi e, a distanza di appena due mesi, ecco appalesarsi un nuovo rischio di tagli. Il meccanismo, in fondo simile a quello della Flex, è di moda tra le multinazionali: se la stagione è nuvolosa, si sfoltiscono i ranghi. Fin troppo semplice.
Magr
Riproduzione riservata © Il Piccolo