Vuoto il palazzo ex Sasa. Ma gli inquilini latitano
Bello, ambitissimo, ma vuoto. Tristemente vuoto. E concupito, anche se il particolare regime cui è soggetto ne rende impossibile, al momento, l’alienazione. È il palazzo di Riva Gulli 12, pieno cuore delle Rive, dove fino a non molto tempo fa aveva sede la Sasa assicurazione.
Nel tourbillon di accorpamenti e passaggi azionari, alla fine i rimanenti 130 impiegati hanno dovuto fare trasloco e passare sotto l’ala protettiva dell’Allianz. E, qunque, mettere le loro cose in contenitori di cartone, come si vede nei film americani, e spostarsi a est di un chilometro, nella Cattedrale della polizza della compagnia tedesca, in Passeggio Sant’Andrea.
Un po’ di storia. La Sasa era stata fondata a Trieste il 15 dicembre del 1923 da alcuni discendenti delle più importanti famiglie di armatori di origine dalmata, fiumana, veneziana e quarnerina che approdarono a Trieste già dalla prima metà del 1800. Innumerevoli, peraltro, i suoi passaggi di mano. Nel 1938 fu acquistata dal gruppo Iri-Finmare. Nel 1977 Alitalia entrò nel suo capitale sociale, seguita l'anno dopo da Fincantieri. Nel 1990 Finmare vende le sue quote a Cofiri e Sasa estende la propria attività anche ad altri rami assicurativi, il ramo Vita sarà presente dal 7 dicembre 1996.
Nel 2001 viene acquistata dalla Sai e nel gennaio 2003 è entrata a far parte del gruppo assicurativo Fondiaria Sai. Il 31 dicembre 2008 la società, insieme a Sasa Vita S.p.A. cessa giuridicamente d'esistere, in seguito alla fusione per incorporazione in Milano Assicurazioni. Gli ultimi passaggi si verificano nel 2013, quando in dicembre avviene la fusione per incorporazione in Fondiaria-Sai di Milano Assicurazioni, Unipol Assicurazioni e Premafin, ed è quindi diventata la Divisione Sasa della UnipolSai Assicurazioni S.p.A.
Per poco più di sei mesi, perchè è del 1° luglio 2014 la vendita all’Allianz del portafoglio di 730 agenzie in tutta Italia, con conseguente passaggio di 500 dipendenti (130, come detto a Trieste) all’Allianz.
Tecnicamente parlando, l’ultimo dipendente ha varcato la soglia di Riva Gulli 12 il 31 dicembre scorso. Da allora portone sbarrato e un susseguirsi di voci. A partire da quella di una possibile vendita dell’immobile, di proprietà dell’Unipol, che non ci sarà. Nelle more dei vari passaggi di mano, infatti, l’elegante palazzina, quatto piani, dei quali l’ultimo mansardato, è stata vincolata al Fondo Rho. Ergo, non può essere alienata ma, al limite, solo affittata.
Tra i “si dice” era circolata anche una voce relativa a un possibile interesse della Regione, che sta ottimizzando l’uso dei palazzi di sua proprietà a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia, ma è lo stesso assessore competente, Francesco Peroni, a smentire l’ipotesi. «Forse qualcuno aveva manifestato un certo interesse anni fa. Attualmente a me non risulta, nessuno della mia direzione mi ha informato». Il problema, fa capire Peroni, è anche tecnico. «Ci sono norme risalenti ancora a Monti, nel salva Italia, credo, che inibiscono le amministrazioni dalla possibilità di acquistare immobili. Stiamo razionalizzando per dimagrire, quindi non mi risulta alcuna esigenza di espansione».
Rimane il palazzo, la sua obiettiva bellezza, la sua posizione invidiabile. A.A.A. Inquilini cercasi. Ad occhio, non ci vorrà molto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo