Vuole i soldi per la droga. E picchia il papà
La droga lo aveva reso violento, di una violenza cieca capace di pestare a sangue persino la mamma e il papà. Ormai era arrivato anche a questo pur di ottenere i soldi necessari con cui poter comprare le sostanze stupefacenti dagli spacciatori. Trentatré anni, tossicodipendente. La Procura di Trieste lo ha indagato per estorsione nei confronti dei genitori. Che, stremati da quanto hanno dovuto subire, a un certo punto hanno avuto il coraggio e la forza di denunciare il proprio figlio alle forze dell’ordine.
Sono svariati gli episodi di cui si sarebbe reso responsabile il giovane: vessazioni continue, quasi quotidiane, sia a casa che nel negozio di famiglia. Non solo. Il trentatreenne, sballato e quindi del tutto incontrollabile, talvolta si presentava nel punto vendita in cui lavorano la madre e il padre pretendendo denaro. Anche davanti ai clienti. E sempre per la droga. In alcune circostanze, come appurato nel corso delle indagini, il ragazzo inscenava addirittura tentativi di suicidio. Il 12 luglio dell’anno scorso, ad esempio, il figlio si è ferito ai polsi con una forbice che aveva afferrato improvvisamente dal bancone del negozio. Non mancavano le intimidazioni. «O mi date immediatamente i soldi di cui ho bisogno oppure vi brucio la casa e il negozio», urlava. «Voglio soldi, subito».
Ma nella loro denuncia i genitori hanno riferito anche di ripetute minacce di morte. «Vi ammazzo... vi ammazzo».
La mamma e il papà, impauriti e impietositi al tempo stesso nel vedere il figlio così, spesso cedevano. «Ecco, prendi...». Ma un giorno hanno detto basta, rifiutando di assecondare i comportamenti deliranti e violenti del figlio. E così è partita la denuncia, sfociata nell’indagine della Procura di Trieste.
Ma dalle semplici parole il trentatreenne è pure passato anche alle mani. Stando a quanto hanno raccontato i genitori, la scorsa estate il giovane ha aggredito il papà. «Voglio soldi», gli ha gridato colpendolo prima con un pugno e poi con una manata in pieno volto. Il padre, ferito al naso, sanguinava. L’aggressività è andata oltre. Dinnanzi al rifiuto dei genitori di consegnargli ancora soldi, il tossicodipendente si è scagliato su quanto ha trovato a tiro all’interno del negozio distruggendo i mobili e rovesciando gli scaffali in cui era allestita le merce. Non soddisfatto, si è messo anche a prendere a calci la porta d’ingresso del punto vendita rompendo il vetro.
Dalla Procura, a chiusura delle indagini, è dunque partita la richiesta di rinvio a giudizio del trentatreenne. L’imputato (di cui non rendiamo note le generalità per tutelare i genitori come vittime e parti lese in quest’inchiesta) dovrebbe comparire domani davanti al gup Luigi Dainotti per l’udienza preliminare. —
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