Voli in perdita, la Regione Fvg riporta Montezemolo a terra

Secca replica alle parole del presidente di Alitalia: «Fintanto che siamo nell’Ue gli enti non pagano le tratte degli aerei»
Un aereo Alitalia
Un aereo Alitalia

TRIESTE. La Regione deve pagare ad Alitalia i costi per le tratte in perdita, come sostiene Luca Cordero di Montezemolo? Non se ne parla. Anche perché, ricorda Debora Serracchiani, «fin tanto che siamo all’interno dell’Unione europea le Regioni non pagano le tratte degli aerei». Alla stoccata della governatrice, il giorno dopo le dichiarazioni del presidente della compagnia nazionale, si aggiunge la replica di Antonio Marano: «Il tema non riguarda l’aeroporto di Ronchi». Fatta chiarezza in risposta alla provocazione di Montezemolo, il presidente di Aeroporto Fvg non polemizza. Anzi, nonostante il numero uno di Alitalia abbia chiamato in causa direttamente il Friuli Venezia Giulia, unica regione citata assieme alla Calabria, il presidente dello scalo Fvg assicura che «i rapporti con il primo vettore stanno procedendo con reciproca soddisfazione». Linea morbida, insomma. Con la giunta che, al di là della puntualizzazione di Serracchiani, preferisce non commentare.

Montezemolo: «In Fvg Alitalia perde soldi: la Regione ci dia i fondi»
L'aeroporto di Ronchi dei Legionari

Eppure Montezemolo era stato molto deciso. Premesso che, dopo il fallimento della compagine pubblica, Alitalia oggi è «un’azienda privata che deve operare con logiche di mercato, ritorni economici, una cultura in cui il merito, la competenza e le capacità sono indispensabili», aveva fatto sapere che la società sta «chiudendo una dopo l’altra» le rotte che «economicamente non tornano e purtroppo, soprattutto a livello nazionale, sono molte». Ed era poi entrato a gamba tesa: «Se Regioni come il Fvg ritengono indispensabili alcune rotte, noi facciamo vedere quello di cui abbiamo bisogno e, come si danno centinaia di miliardi alle Ferrovie dello Stato, si dà all’Alitalia quello che le serve. È una logica di mercato».

Parole cui Marano risponde pacatamente, sottolineando, a riprova dei buoni rapporti con la compagnia, «il potenziamento dei voli in partenza dallo scalo regionale con l’introduzione della quinta frequenza giornaliera per Roma-Fiumicino, a partire dal prossimo 30 marzo». Dopo di che nessun dubbio che sarà appunto il mercato a decidere: «Alitalia e le altre compagnie aeree che fanno scalo a Trieste sono i nostri primi partner commerciali, il confronto è su logiche di mercato, come è normale che sia. La sostenibilità economica delle rotte - prosegue il presidente di Ronchi - è un elemento imprescindibile per i vettori come per l’aeroporto». Nella nota societaria si ricorda inoltre che Aeroporto Fvg «sta predisponendo il nuovo piano industriale che ha l’obiettivo di migliorare significativamente l’efficienza dell’aeroporto di Trieste». E ancora che si sta agendo «con determinazione per diventare sempre più una organizzazione efficace e orientata al cliente. Verranno realizzate nuove infrastrutture e servizi con forte attenzione al passeggero anche attraverso un piano di investimenti di 39 milioni per il quadriennio 2016-2019».

Sul tema interviene con toni critici verso la giunta il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Riccardo Riccardi: «La politica non può condizionare regole affidate al mercato, il futuro dell’aeroporto Fvg è sempre più difficile e le parole di Montezemolo sono un messaggio chiaro». Secondo Riccardi «il percorso di un’alleanza con la Save era a buon punto ma l’attuale esecutivo ha deciso diversamente, nonostante le tante dichiarazioni controverse della presidente Serracchiani e dell’assessore Santoro. Non si può pensare di avere una struttura competitiva - prosegue il forzista - stando a metà strada tra il terzo aeroporto italiano, Venezia, e quello internazionale di Lubiana. L’alleanza aveva dei vincoli stringenti sia sotto il profilo occupazionale sia sotto quello del mantenimento dei voli interni, ma è stato lasciato perdere con la convinzione che il polo intermodale risolva tutti i mali. Ma la struttura, il cui iter realizzativo è stato compiuto dalla scorsa giunta e a questa basterà tagliare il nastro, avrà un ruolo sicuramente importante ma non decisivo se non si troveranno equilibri economici».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo