“Volentieri. No gavemo” vince il concorso parodia

Premiazioni per il contest alternativo “Proposte rifiutate da Invento Trieste” Alla cerimonia arriva anche l’assessore Bucci con due regali fuori programma
Di Fabio Dorigo

Invento Trieste? Volentieri. E così fu. Il vincitore del concorso parallelo “Xe più loghi che luganighe”, nato all’interno del gruppo “Proposte rifiutate da Invento Trieste”, amministrato da Andrea con l’amichevole aiuto di Diego Manna e Roger Seganti, è il claim “Stay Volentieri, Stay No gavemo. Try in Friul” su fondo nero ideato da Adriana Firmiani. Le premiazioni si sono tenute domenica sera, in via Torino davanti al negozio Urbanwear, nel cuore della movida. Oltre una ventina di riconoscimenti a grafici, creativi (professionisti e dilettanti) che hanno saputo sfornare le proposte più sarcastiche in risposta al contest “Invento Trieste" lanciato dall’amministrazione comunale per iniziativa dell’assessore Maurizio Bucci. La notizia del concorso pubblico d’idee non pagato, anzi, pagato in natura (tre tablet di ultima generazione), ha fatto il giro d’Italia, finendo anche sulle pagine di Wired oltre che sulla lista nera del sito dell’Aiap (Associazione italiana design della comunicazione visiva). E così il contest alternativo ha registrato un diluvio di proposte (più di 700) in una settimana all’insegna dell’ironia e del witz. A vincere su tutto è stato il morbin che abita a Trieste. I professionisti dell’humour hanno sommerso il contest turistico con loghi parodistici e dichiaratamente provocatori.

La piazza d’onore è andata a Tania Andreutti, creativa e pure dog sitter, con una proposta che vede il Formaggino proiettato sulla copertina dei Pink Floyd (“The dark side of Monte Grisa”). Il terzo posto è andato invece all’ex assessore Paolo Rovis con la sua parodia “Cocal-City”. Al quarto posto c’è il “Ponte fra Trento e Trieste” di Annalisa Metus, al quinto “A caccia del tablet” di Futizzio Trapolezzi, al sesto “Video Pianola” di Hey Trieste, al settimo “La repressione sarà il vostro vaccino” di Marco Boncompagno, all’ottavo “Yes we kren” di Irene Festa, al nono “Visibilità” di Massimiliano Maxino Cernecca, al decimo “Bora! Bora! Bora!” di Andrea Rivetta, all’undicesimo “Pontecurto” di Roberta Cibeu, al dodicesimo “La mula de Parenzo” di Alicia de Bianconiglis, al tredicesimo “1,2,3, stella” di Anna Seven, al quattordicesimo “Papé Furlan” di Vincent Baker e al quindicesimo “Trieste kapuz mundi” di Stefano Cergol. Tra i ricchi premi non si è visto alcun tablet, ma ha fatto la sua figurona un frico made in Friul con allegata polenta (premio “digerito” da Rovis). Immancabile infine il ricorso al Tar (o, meglio, al bar) proposto da Rovis contro la decisione della giuria che avrebbe “futizado le clasifiche”. Alla cerimonia di premiazione ha fatto capolino anche l’assessore Bucci, quello che è all’origine di tutto con il suo “Invento Trieste” di sana pianta. Si è presentato, non senza una certa dose di autoironia, portando due premi: una calcolatrice Olivetti (non funzionante) e un portatile di ultima generazione ma dello scorso millennio incartati con le pagine del Piccolo. «Premio sportività all’assessore Bucci, per essersi unito alle nostre risate, ed essere passato alle premiazioni» attestano gli organizzatori. «Mi avete rotto parecchio le scatole (il termine non è stato proprio questo, ndr)» ha ammesso l’assessore che ha declinato l’offerta di un discorso di ringraziamento. Il problema è cosa ne sarà del contest ufficiale ora che quello alternativo ha spento le luci. Chi offrirà visibilità a “Invento Trieste”? Mentre il gruppo “Proposte rifiutate” ha raggiunto al volo quasi 2.500 iscrizioni, l’altro non ha neppure superato gli 800 “like” su Facebook. «Quando si apre un concorso a tutti, si hanno risultati del genere: a parte un paio che almeno sono marchi, anche se per niente “stimolanti”, il resto è tra il ridico e l’allucinante!» commenta Igor. A ieri sul sito “Invento Trieste” erano presenti 43 loghi, 28 slogan e 4 video. L’imbarazzo della scelta. Uno degli ultimi postati è una banale foto di piazza Unità con lo slogan: «Trieste non se pol non amarla». Volentieri. Proprio “no se pol”.

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