Vivevano all’estero ma intascavano il sussidio: cinque indagati per truffa e ricettazione ai danni dell'Inps
Fingevano di risiedere in Italia per ottenere l’assegno mensile. Le indagini hanno accertato anche le somme che sarebbero state incassate illegalmente: decine di migliaia di euro. Chiesto il rinvio a giudizio
TRIESTE Dichiaravano di risiedere in Italia per ricevere il sussidio dell’Inps. Sono cinque gli indagati dalla Procura di Trieste con quest’accusa. Il pm Federico Frezza, il magistrato titolare del fascicolo, ha chiuso l’inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti. Il caso è stato discusso in udienza preliminare davanti al gup Luigi Dainotti. Gli imputati sono orientati a scegliere riti alternativi al giudizio ordinario: l’abbreviato o il patteggiamento.
Le indagini hanno accertato anche le somme che sarebbero state incassate illegalmente: decine di migliaia di euro. Come nel caso della settantatreenne di origini serbe Emilia Stojanovic: la donna, difesa dagli avvocati di fiducia Roberto Losengo ed Elisa Marini del Foro di Milano, ha ricevuto per anni – dal 1° gennaio 2014 al novembre 2019 – un assegno sociale di 649,43 euro al mese per complessivi 46.925 euro. Si tratta di denaro che l’Inps eroga alle persone per motivi di indigenza. Ma secondo l’accusa del pm, l’imputata ha truffato l’ente perché non risiedeva più in Italia. La magistratura ha potuto sequestrare alla signora 2.677 euro. Nell’inchiesta è finita pure la figlia, la cinquantatreenne Jadranka Stojanovic (difesa dall’avvocato Marini), accusata di ricettazione. Gli investigatori ritengono che la donna abbia ricevuto dalla madre, per tutti quegli anni, un bonifico mensile dei soldi versati dall’Inps. Sono stati sequestrati 55.719 euro.
Nell’elenco spunta inoltre il nome di un’ottantanovenne originaria dell’Ecuador, Matilde Gilce Vinces (difesa dall’avvocato Antonella Stella). La signora, indagata per truffa, ha ottenuto dall’Inps 963,49 euro al mese dal 2014 al 2019, per un totale di 61.457 euro (soli 680 euro sequestrati). Anche a lei la Procura contesta di aver dichiarato falsamente di risiedere in Italia (o di aver omesso di abitare all’estero).
Discorso diverso per la settantaduenne serba Biserka Obad, difesa dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano. L’imputata avrebbe omesso di rendere noto all’Inps che si era riconciliata con il marito, mentre invece risultava separata. Gli investigatori hanno appurato che la donna continuava a vivere nella casa coniugale, ma intascando comunque 470,90 euro al mese dal 2015 al 2019 per complessivi 29.191 euro.
Ecco infine la quarantasettenne ucraina Nataliya Matyukhina, inquisita per ricettazione: la donna riceveva sul libretto postale i soldi che l’Inps assegnava mensilmente alla madre (cointestataria del libretto con la figlia), un’anziana che – stando all’accusa – non si è preoccupata di informare l’ente di non risiedere più in Italia. La cifra ammonta a 49.900 euro, di cui 46.000 sequestrati. «In udienza abbiamo depositato le nostre indagini difensive», precisano gli avvocati Alberto e Andrea Polacco, i legali a cui si è affidata la quarantasettenne ucraina. «Abbiamo sentito diverse persone che attestano la presenza della madre in Italia nel periodo contestato». —
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