«Vivevamo al freddo, fuggita con la bimba»
Hanno vissuto per parecchio tempo senza riscaldamento, senza acqua calda per potersi lavare. Una situazione di indigenza conclamata che viene denunciata con forza dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano. La vicenda si sviluppa fra Gorizia e una località (indefinita) della Lombardia. Coinvolte, anzi “vittime” della vicenda rimarca il legale, una madre e la sua bambina di sei anni. Ovviamente, viene tutelato l’anonimato visto che coinvolta è una bambina.
Madre e padre sono in fase di separazione. Hanno una figlia che, ora, ha sei anni. Madre e figlia, nei mesi scorsi, abitavano nella casa già familiare in provincia di Gorizia. «Nulla di strano se non fosse che, da aprile, non hanno più avuto a disposizione la fornitura del gas a causa di un debito pregresso non onorato dal padre. Per cui, si sono ritrovate nella condizione di doversi lavare e di cucinare altrove», spiega l’avvocato. Ad agosto, la situazione si è ulteriormente complicata: la madre è rimasta disoccupata. È intervenuto, quindi, un assegno di mantenimento che non bastava neppure per prendere una casa in affitto.
A quel punto, la madre scoraggiata e senza alternative ha chiesto al Tribunale di Gorizia di potersi trasferire a 400 chilometri di distanza, a casa dei propri genitori. Ha fatto più istanze, tutte rigettate.
Nel frattempo, madre e figlia, sono costrette a vivere al freddo quando la temperatura arrivava a 9 gradi in casa (entrambe con bronchite certificata)» si sono trasferite altrove, in Lombardia. La madre ha esibito anche proposta di lavoro trovata nella nuova città.
Ma la situazione si è ulteriormente ingarbugliata. Ora, madre e figlia non vivono più in provincia di Gorizia ma altrove, a 400 chilometri di distanza. E la bambina non viene accettata alla scuola dell’obbligo della nuova località di residenza neppure in via provvisoria (parliamo della prima elementare) visto che c’è l’opposizione del padre. Non serve nemmeno rilevare che trattasi di scuola dell’obbligo e il mancato nullaosta e il mancato successivo accoglimento a scuola costituisce fattispecie penale: madre e figlia non hanno, allo stato, altra abitazione se non quella in Lombardia. E qui sta il nodo del contendere. Il giudice istruttore ha rigettato due istanze.
Nel frattempo, è stato proposto il divorzio e il presidente ha fissato l’udienza, anticipandola al 20 dicembre. La controparte (il padre tutelato dall’avvocato pordenonese Stefano Cesco) fa istanza per avere la minore con sè a Gorizia innanzi al Giudice della separazione con l’udienza che è stata fissata al 6 dicembre (domani).
Francesco Fain
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