Visite fiscali ancora ai soliti orari
ROMA. Le visite fiscali continueranno a seguire i soliti orari, con una finestra di 4 ore per i dipendenti privati e di 7 per gli statali. Salta così l’armonizzazione, indicata nella riforma del pubblico impiego come una delle finalità da perseguire con la nascita del polo unico per i controlli. La decisione è sancita nel decreto firmato da Madia di concerto con Poletti.
Decreto che trova critico il presidente dell’Inps Boeri: la mancata uniformazione potrebbe «far diminuire le visite fiscali nella Pubblica amministrazione». Nel provvedimento in questione vengono però allineate le regole in fatto di esclusioni dall’obbligo di reperibilità. La deroga vale se l’invalidità è pari o superiore al 67%. Finora invece nella Pubblica amministrazione tetti non ce ne erano. L’altra novità sta nella possibilità di svolgere accertamenti «con cadenza sistematica e ripetitiva, anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale». Una misura anti-furbetti già annunciata e ora confermata nella versione ufficiale del decreto. Provvedimento che entrerà in vigore il 13 gennaio.
Passate le vacanze quindi nelle amministrazioni pubbliche non farà più fede il regolamento di Renato Brunetta ma il decreto firmato dalla ministra della Funzione pubblica Marianna Madia con il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti. Si parte però dal fatto che nulla cambia per le fasce orarie: «Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18». Il decreto nulla aggiunge sui dipendenti privati, per cui le finestre di reperibilità restano più corte (10-12 e 17-19).
D’altra parte erano due le strade percorribili: allargare gli spazi per i lavoratori del privato, come più volte proposto dal numero uno dell’Inps, Tito Boeri, che si era espresso per portare tutti a sette ore; oppure accorciare la reperibilità per gli statali, opzione però giudicata non percorribile dalla Funzione pubblica.
Non restava quindi che cambiare nel privato, ma, almeno per ora, non si è proceduto. Un peccato secondo Boeri: «Se ci sono due dipendenti malati, uno pubblico e uno privato in una piccola località, per ridurre i costi unitari dei controlli si potrà essere costretti a rinunciare a visitare sia l’uno che l’altro». In ogni caso, assicura, «l’Inps applicherà quel che il governo decide». Soddisfatti invece i medici fiscali: «Allargare le fasce nel privato sarebbe stato un po’ ingiusto, visto che chi fa più assenze si concentra nella Pubblica amministrazione», fa notare Silvio Trabalza della Fimmg Inps.
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