Visintin: "Il Porto Vecchio può finanziare tutto lo scalo"
La necessità di unificare e privatizzare la manovra ferroviaria e quella di sdemanializzare Porto Vecchio dovranno essere due obiettivi prioritari per il prossimo vertice della Torre del Lloyd secondo il presidente degli spedizionieri del porto, Stefano Visintin.
Presidente Visintin, che giudizio dà di quattro anni di gestione Monassi?
L’aumento dei traffici è un risultato incontrovertibile certamente dovuto al lavoro degli operatori portuali, ma favorito dall’azione di un’Authority fortemente orientata a una interlocuzione costruttiva con i terminalisti e gli spedizionieri. Ciò non significa che non si possa fare di più e meglio.
L’ipotesi di un commissario la vede come una minaccia?
È un’ipotesi che va scongiurata. Il porto di Trieste ha un bisogno di un presidente in possesso dei pieni poteri e finalmente anche di un segretario generale di ruolo oltre che del Comitato portuale. Credo che tutti e tre i candidati siano in possesso delle prerogative richieste dalla legge, per cui è nell’ambito di questa terna che il ministro Lupi dovrebbe scegliere in accordo con Serracchiani.
Cosa manca allo scalo per fare un salto di qualità?
Bisogna lavorare tutti assieme e molto di più, a partire da noi spedizionieri. Come ha ben sottolineato la governatrice Serracchiani dobbiamo essere più presenti sui nostri mercati esteri naturali rinforzando, a volte ricreando, quel rapporto di fiducia nella clientela centroeuropea che in passato ha determinato la fortuna del nostro porto. Allo stesso modo dobbiamo essere in grado di attrarre nuove linee di navigazione.
Vi sono ostacoli da rimuovere in via prioritaria?
È indispensabile superare la doppia manovra ferroviaria che determina un costo insostenibile per il mercato e un servizio non all’altezza delle aspettative della clientela. Il servizio di manovra va privatizzato ma bisognerà prestare attenzione affinché il gestore del servizio garantisca, oltre a costi e servizi adeguati, la assoluta imparzialità nei confronti delle imprese ferroviarie di trazione in modo da favorire la libera concorrenza.
Concorrenza che è forte dai porti vicini, come batterla?
Sosteniamo l’azione politica del senatore Russo che più volte si è dichiarato apertamente contrario al terminal offshore di Venezia e lo facciamo non per becero campanilismo ma perché sono gli operatori logistici mondiali e i principali armatori ad averlo bocciato ritenendo troppo costosa la sua gestione.
Dove trovare le risorse per crescere in tempi di spending review?
Bisogna sfruttare tutto quello che c’è. In questo senso ben venga la possibilità di riutilizzare le aree del Porto Vecchio anche per finalità diverese da quella portuale-commerciale. Serve però un progetto non generico che finora è mancato. Nella parte più vicina alla città potrebbe anche essere creato un nuovo terminal passeggeri che si aggiunga alla Stazione marittima. Noi spedizionieri siamo favorevoli perfino alla sdemanializzazione del Porto Vecchio purché i proventi derivanti da questa operazione vadano a vantaggio dello scalo, per nuove infrastrutture in Porto Nuovo, allo Scalo Legnami e sul Canale navigabile.
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