Violiniste russe escluse dal concorso a Gorizia, associazione Lipizer nel mirino: «In discussione la presenza a Go 2025»

L’amministrazione comunale di Gorizia non ha preso affatto bene la decisione dell’associazione Lipizer di escludere tre musiciste dal prossimo concorso. Serracchiani: “Escludere le artiste russe non fa fare un passo indietro a Putin e impoverisce il concorso”.

Francesco Fain
Lidia Kocharyan, la violinista (dalla sua pagina Fb)
Lidia Kocharyan, la violinista (dalla sua pagina Fb)

GORIZIA. La comunicazione arriva nel primo pomeriggio. L’amministrazione comunale di Gorizia non ha preso affatto bene la decisione dell’associazione Lipizer di escludere tre musiciste dal prossimo concorso. Si è riunita la Giunta e, accanto alle delibere amministrative, è stata affrontata, collegialmente, la spinosa questione. «Il comportamento del direttivo dell’associazione Lipizer non è in linea con lo spirito della Capitale europea della cultura 2025, e la sua presenza in quest’ambito sarà messa in discussione».

È forte e stizzita la reazione del sindaco Rodolfo Ziberna, dopo il rifiuto (reiterato) degli organizzatori del Concorso internazionale di violino di riammettere le artiste escluse per il fatto di essere russe. «In risposta alla mia richiesta ufficiale di riaprire loro le porte della competizione, il presidente dell’associazione, Lorenzo Qualli, mi ha risposto che intende mantenere questa esclusione ritenendola in linea con le direttive dell’Ue e di altre manifestazioni internazionali. Ma è una posizione - sbotta il primo cittadino - assurda sia perché non esistono direttive in tal senso, sia perché non me ne importa nulla che altri facciano discriminazioni di questo genere: finché, a Gorizia, sarò sindaco io decisioni simili saranno sempre contrastate dal Comune».

Ed è per questo che Ziberna si è già messo in contatto con una delle violiniste escluse (Lidia Kocharyan). «Ho voluto esprimerle non solo la mia solidarietà - dice ma anche - dice - la volontà di ospitarla a Gorizia, insieme alle altre escluse, nell’ambito delle manifestazioni di quest’estate. Abbiamo già un accordo con il maestro Claudio Liviero, della Casa delle arti, contattato dall’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, per realizzare un evento che le veda protagoniste. Ma non è sufficiente».

Ziberna è un fiume in piena. «Qui - attacca - ci troviamo di fronte a un atteggiamento di una gravità assoluta perché si cerca di far passare l’idea che la responsabilità di un dittatore debba ricadere su tutto un popolo senza neppure porsi il dubbio che il popolo russo stia subendo gli eventi senza nulla poter fare per modificarli. E non è importante che la decisione sia stata assunta a maggioranza o all’unanimità dal direttivo ma che si sia arrivati alla sua approvazione.

L’associazione Lipizer riceve, anche dal Comune, un contributo per la sua attività e quest’anno non è stato ancora deliberato. Al momento, su questo fronte, non posso dire altro perché tutto viene definito da uno specifico Regolamento ma è evidente che ciò che è accaduto non potrà non pesare sui rapporti futuri fra noi e l’associazione. E, come ho detto, è altrettanto palese che, a queste condizioni, non ci sarà spazio per la Lipizer nei progetti della Capitale europea della cultura».

Sul tema interviene anche la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani. «Credo che nelle situazioni più difficili dobbiamo fare uno sforzo di equilibrio, anzi essere i primi a dare l’esempio, perché l’Italia è anni luce lontana dai costumi discriminatori di certi regimi. Nel rapporto con l’arte e lo spettacolo è doveroso non confondere il rigore che teniamo nelle relazioni internazionali con assurde interpretazioni che si basano solo sul passaporto. Escludere le artiste russe non fa fare un passo indietro a Putin e impoverisce il concorso di Gorizia».

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