Violenza sessuale, il prof va a processo
TRIESTE Il professor Damiano Cannalire, arrestato due mesi fa dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata su una diciottenne, va a processo. Il docente di sessantatré anni sarà giudicato con rito abbreviato, come comunicano i due legali che seguono il suo caso: l’avvocato Sara Pecchiari e il collega Antonio Guaiana. Il pm Maddalena Chegia, che ha condotto le indagini, ha chiesto per l’imputato il giudizio immediato.
La vicenda è scoppiata lo scorso 12 febbraio: Cannalire, psicologo e insegnante di lettere alla scuola media Addobbati-Brunner nelle sedi di Gretta e di Roiano, era stato denunciato alcuni giorni prima da una studentessa dello Ial. Perché è lì, nella struttura di via Ponderas, che sarebbe avvenuto il fatto. La presunta molestia riferita dalla diciottenne si sarebbe consumata la mattina del 23 gennaio durante un open day di un corso per parrucchiere al quale il professore aveva preso parte come “modello” per una prova di taglio. Nella sala erano presenti altre persone.
Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, durante l’esercitazione il docente avrebbe rivolto apprezzamenti a una ragazza, complimentandosi sul suo aspetto fisico. Parole che poi sarebbero degenerate in commenti a sfondo sessuale e, infine, in veri e propri palpeggiamenti delle parti intime.
Nelle giornate immediatamente successive alla nota stampa diffusa dall’Arma, è emersa con maggior precisione la dinamica di ciò che sarebbe avvenuto in quella stanza dello Ial. Stando a quanto venuto a galla dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti, prima della diciottenne Cannalire avrebbe tentato un approccio con un’altra giovane, una coetanea della presunta vittima. Il professore, che in quel momento si stava facendo regolare capelli e sopracciglia, a un certo punto si sarebbe alzato dalla poltroncina avvicinandosi alla studentessa per sussurrarle alcune parole dal contenuto piuttosto esplicito: «Vuoi fare la mia putt...?».
La diciottenne, imbarazzata, avrebbe fatto finta di niente. L’uomo avrebbe poi cambiato poltrona per sottoporsi a un’altra esercitazione, affidandosi alle mani della seconda ragazza, quella che poi che farà scattare la denuncia. La molestia sarebbe avvenuta in un momento ben preciso, che la giovane ha circostanziato nella sua deposizione ai carabinieri: quando cioè il professore le ha cinto il collo con un foulard. Non si sarebbe trattato di una “galanteria”: nell’atto di infilare il pezzo di stoffa sotto la maglia della studentessa, il docente avrebbe approfittato per allungare le mani. La ricostruzione sembra aver trovato conferma anche dalla compagna: la ragazza che ricevuto le attenzioni poco prima. Avrebbe assistito all’intera scena. Cannalire ha respinto le accuse fin dal primo momento. «Sono estraneo ai fatti – aveva affermato – saprò dimostrare la mia totale innocenza». Spetta al processo, ora, fare chiarezza.
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