Vinitaly, se i prodotti tipici triestini diventano ”tipicamente friulani”

Nuovo slogan per pubblicizzare la Regione. L’assessore Violino conferma. Ma è polemica
TRIESTE La jota? Friulana. La porzina con capuzi? Friulana. Le favette e la putizza? Friulane. Il Terrano? Friulano. Di più: tutto "tipicamente friulano". La Regione, muovendo dalla nuova denominazione del Tocai, vara su suggerimento dell'Ersa lo slogan della promozione agroalimentare unica. Con la sorpresa, però, di dimenticarsi della Venezia Giulia. I prodotti tipici della regione saranno "friulani".


Anche quelli di Trieste e del Carso. ”Friulano tipicamente friulano" verrà testato al prossimo Vinitaly. «Verificheremo il "tiraggio" sul prodotto vino - spiega Claudio Violino -, annuseremo il vento e, se andrà bene, estenderemo il marchio a tutti i prodotti enogastronomici del Friuli Venezia Giulia». Anche a quelli tipicamente triestini, possibile? «O creeremo un altro marchio - ribatte l'assessore all'Agricoltura - o vorrà dire che non venderemo la jota». Ma non ci sono solo le battute. «Se tutti i carsolini, al solito, protesteranno - aggiunge Violino -, vedremo che fare».


L'assessore leghista rimarca il fatto che «a Verona non ci sarà alcun problema perché il marchio utilizzato sarà ”Friuli Venezia Giulia top white wines", ma la rassicurazione non basta alla Venezia Giulia. Il primo, se non a protestare, a rimanere perplesso, è Paolo Bianchi, direttore del consorzio del Carso, ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione della presenza regionale a Vinitaly: «La novità mi era sconosciuta. La porterò all'attenzione dei produttori, vedremo come reagiranno». Ma, nel pomeriggio, arrivano le prime proteste. «Se il marchio "friulano tipicamente friulano" verrà esteso anche alla produzione agroalimentare della Venezia Giulia, allora dovranno inventare anche un "giuliano tipicamente giuliano" e un "carsolino tipicamente carsolino"», osserva il consigliere regionale della sinistra Igor Kocijancic. «I carsolini - prosegue - non sono abituati a protestare. Lo hanno fatto solo in occasione della vicenda Prosecco e delle Zps».


La politica interviene anche con Walter Godina: lo slogan pensato dalla Regione «sarebbe un segnale preoccupante, se costituisse un primo passo verso una Doc regionale». Secondo il vicepresidente della Provincia di Trieste, «identificare con "friulano" tutta la produzione agroalimentare del Friuli Venezia Giulia significherebbe negare la ricchezza del territorio e spostare l'asse di comunicazione e del marketing regionale verso una sola zona e verso un solo vino».


Critico anche il presidente della Camera di commercio di Trieste Antonio Paoletti: «Quel claim non può essere l'unico a pubblicizzare tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia: il termine friulano non si riferisce al Collio, al Pordenonese o al territorio triestino. Forse quelle di Violino sono dichiarazioni estemporanee. Altrimenti, non sarei d'accordo».

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