Villaggio del Fanciullo, in “cassa” metà dipendenti della Tipografia

Dopo sei mesi di Cig in deroga scattato il provvedimento per 90 giorni. Il procuratore Pase: cerchiamo altri clienti e nuovi macchinari, ma nel 2011 il fatturato si è ridotto di un terzo
Lasorte Trieste 10/01/12 - Opicina, Tipografia Villaggio del Fanciullo
Lasorte Trieste 10/01/12 - Opicina, Tipografia Villaggio del Fanciullo

di Gabriella Ziani

Cade una testa al giorno sotto il peso del mercato economico sempre più asfittico e concorrenziale. E pagano più pesantemente coloro che per vari motivi nel lavoro hanno cercato e trovato una minima sicurezza di vita. Non solo le cooperative sociali sono in affanno, anche la Tipografia del Villaggio del fanciullo di Opicina, una delle più consolidate istituzioni di ambito diocesano nata nel dopoguerra con scopi di crescita sociale per giovani in difficoltà, e da sempre attiva nel tessuto economico cittadino, ha dovuto chiedere la cassa integrazione ordinaria dopo 6 mesi di Cig “in deroga” da luglio a dicembre.

«Da 10 a 20 persone su circa 25, a rotazione e a seconda del lavoro che avremo, per tre mesi: in questi termini sarà la cassa integrazione cui siamo stati costretti visto che nel 2011 rispetto al 2010 il nostro fatturato si è ridotto di un terzo, da 3,5 milioni di euro a 2 milioni». Lo spiega Sergio Pase, da un paio d’anni procuratore dell’Opera Villaggio del fanciullo, incarico che gli è stato affidato per affiancare nel campo amministrativo e gestionale don Piergiorgio Ragazzoni, l’ottantenne ed energico presidente vicino al pensionamento. E da tempo preoccupato per la situazione finanziaria del Villaggio. Tanto da aver voluto concordare con l’ex sindaco Dipiazza una discussa variazione urbanistica nel comprensorio di Opicina, per apprezzare e vendere come edificabile un terreno in disuso. Poi il Piano regolatore non s’è più fatto, e il futuro è da vedere.

Intanto il vescovo Giampaolo Crepaldi ha già designato il successore di don Ragazzoni, don Giovanni Angeli, “presidente in pectore”. Ma sarà a marzo che tutto il consiglio di amministrazione sarà rinnovato, presidente e otto consiglieri, «e i nomi - spiega Pase - verranno fatti proprio dal vescovo». Nel frattempo grandi aziende committenti hanno preso altre strade per i loro prodotti a stampa, una popolare rivista triestina «aveva chiesto la stampa tutta a colori, per la quale - dice Pase - non siamo attrezzati, e quindi questo editore si è rivolto non solo fuori provincia, ma addirittura fuori regione».

Anche la stessa Curia peraltro avrebbe scelto soluzioni diverse dalla tipografia “in house”, benché il portavoce neghi che ciò sia avvenuto, anzi spiegando che è quasi pronto il manifesto che annuncia l’organizzazione del sinodo, prodotto che verrà stampato proprio a Opicina.

«Stiamo cercando nuovi clienti, ovviamente - racconta Pase - e cerchiamo anche nuovi macchinari da poter acquisire in “leasing”, non è che il lavoro manchi del tutto, abbiamo anche vinto appalti per la Regione, ma se non vi è certezza di continuità operativa per l’anno intero i bilanci non sono certi, del resto non siamo i soli a soffrire di crisi, il settore grafico è in difficoltà in tutto il Nord Italia».

Particolarmente dura questa situazione proprio per la tipologia di tipografi. «La metà dei dipendenti in cassa integrazione - conclude il procuratore - sono ragazzi usciti dai corsi di formazione. La scorsa estate la situazione era meno seria, abbiamo fatto la cassa integrazione in deroga, che ha altri parametri, una dozzina di persone si alternava a turno, ma col nuovo anno è apparsa più compromessa, e dunque abbiamo chiesto la “cassa” ordinaria». La tipografia è l’unica attività di tipo commerciale nel comprensorio del Villaggio del fanciullo, che accoglie minorenni passati per la magistratura, stranieri arrivati senza famiglia, bambini e adolescenti allontanati dai genitori, per i quali si organizzano corsi di formazione e borse lavoro. Ma, come dicono molti operatori interni, «le risorse sono sempre inferiori». E tenersi sul mercato nel campo della grafica comporta investimenti molto forti, finora impossibili da sostenere.

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