Villa Ermione comprata all’asta per 1,7 milioni dopo anni di oblio

Dietro all’operazione  pare esserci un imprenditore veneto, il cui nome rimane però al momento  rigorosamente top secret

È italiano - rumors dicono forse di origini venete -, ed è un imprenditore, con un evidente amore per il bello. Ma soprattutto ha messo la firma per aggiudicarsi un importante bene della città, che deriva dal fallimento Cividin. La terza tornata dell’asta che metteva in palio villa Ermione, stretta tra via di Romagna e salita della Trenovia, con il suo meraviglioso parco, 40 garage e il cantiere per una nuova costruzione, è andata in porto a un prezzo base – corrispondente all’offerta già precedentemente acquisita – pari a 1.558.935 euro. Ma sono stati comprati per 130mila euro anche altri sei box, afferenti a un secondo lotto della medesima asta.

I nuovi proprietari del podere, che ancora non hanno svelato i propri progetti, potrebbero trasformarlo in un resort oppure semplicemente ristrutturarlo per mantenerlo come abitazione di lusso o ancora mantenerlo quale ufficio a più piani come si presenta ora. La società di costruzioni Cidivin infatti qui aveva il suo quartier generale, guidata da Donatello Cividin. Sui campanelli della villa, al numero 16 di via di Romagna, si leggono ancora i nomi di alcune ditte collegate alla Cividin srl, tra cui “Le Palme srl” e “Cividin & co. Spa”. Come le cronache raccontano, la Cividin srl e la Cividin & co. Spa sono fallite nel 2015 e ora sono in mano all’avvocato Enrico Bran e al commercialista Giovanni Turazza, che curano il dossier fallimentare.

Villa Ermione, la dimora sul colle di Scorcola, era chiusa con il catenaccio da tre anni. All’orizzonte non poco tempo fa si era infatti palesata un’offerta di un possibile acquirente, lo stesso che poi ha fatto il passo definitivo. Villa e parco sono state lasciate per anni nell’oblio più assoluto, con le fontane dell’enorme parco, prima abitate dai pesci, oggi a secco d’acqua. Il giardino, di più di mille metri quadrati, si è trasformato in una radura ingiusta per la sua potenziale bellezza. Anche se, è corretto dirlo, una vera e propria cura dell’intero spazio verde, in cui si nota anche l’incipit di cantieri avviati anni addietro, non si percepisce da un decennio.

Nell’enorme parco ci sono anche altri residenti che abitano le altre due strutture rimaste quasi del tutto “illese” dal cracc. Si tratta dell’ex foresteria e di quella che un tempo era la casa del custode: sei appartamenti in tutto, ricavati e venduti dallo stesso Cividin e oggi immersi in questo paradiso verde a due passi dal cuore della città. — BE.MO.

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