Villa Coronini riapre le porte dopo la tragedia di Stefano

Da oggi riprendono le visite del pubblico ma per la sola casa museo  Il parco e la corte delle scuderie restano chiusi per evitare il viavai di curiosi 



Prove di normalità in viale 20 Settembre. Dopo due settimane di chiusura totale, oggi la Fondazione Coronini Cronberg riapre il museo della villa alle visite. Il parco, per il momento, rimate invece chiuso al pubblico. Soprattutto rimarrà inaccessibile la corte delle scuderie dove si trova il pozzo in cui lo scorso 22 luglio ha perso la vita Stefano Borghes.

Il parco era stato chiuso subito dopo la tragedia dalla stessa Fondazione che, da un lato, ha voluto evitare un morboso via vai di persone nell’area dell’incidente, dall’altro ha voluto verificare la situazione di sicurezza generale della grande area verde.

Rodolfo Ziberna, nella doppia veste di sindaco e di presidente di diritto dell’ente, aveva spiegato che la decisione era maturata sia per permettere le indagini e i rilievi degli investigatori senza che ci fossero addetti del parco o pubblico nelle immediate vicinanze a curiosare, sia per svolgere un sopralluogo in tutto l’ambito della villa, alla luce di quanto era accaduto. Ziberna nei giorni successivi alla tragedia aveva anche spiegato che con regolarità la Fondazione ha commissionato ad esperti esterni piani della sicurezza destinati a prevenire gli infortuni. Gli ultimi due eseguiti nel 2019 e nel 2016.

Cosa abbia causato il cedimento della copertura del pozzo su cui il tredicenne è salito per recuperare il foglietto della gara di orienteering organizzata nell’ambito del centro estivo promosso dal coordinamento delle parrocchie cittadine ancora è un mistero. Le viti? I ganci di sostegno? La pietra del pozzo? Cosa ha ceduto? E perché? Per ora non è possibile avere una risposta e l’eventuale risposta non porterà indietro Stefano, ma potrebbe evitare che un dramma simile possa ripetersi. Fino a questo momento di certo c’è solo che secondo quanto raccontato dal compagno di squadra di Stefano, la copertura all’inizio era stabile e ha retto il peso del ragazzo. Soltanto dopo diversi secondi ha ceduto facendo precipitare nel vuoto il giovane.

Riguardo all’ipotesi della friabilità della pietra, emergono pareri contrastanti. C’è chi assicura che è compatta e resistente; ma c’è anche chi conferma che il blocco sagomato grigio appoggiato a terra accanto al pozzo del parco sia proprio un segmento del manufatto. Non è però chiaro se questo frammento si sia staccato durante le operazioni di soccorso o se sia stato semplicemente rimosso dai vigili del fuoco per agevolare il loro intervento. A chiarirlo dovranno essere le indagini della Procura di Gorizia coordinate dal pm Iozzi. —

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