Vignetta in arrivo sulle autostrade croate

L’introduzione del “sistema sloveno” allo studio di Zagabria. Il governo vuole dare in concessione la rete. Cinesi interessati
Di Mauro Manzin

TRIESTE. In Croazia è diventato oramai un tema nazionale. Se ne parla ai Banski dvori (sede del governo), se ne discute al Sabor (Parlamento) ma molto se ne parla anche nei bar. Sì, perché il tema delle autostrade è uno di quegli argomenti nazional-popolari che non possono non coinvolgere la motorizzata società civile. E se il governo guidato da Zoran Milanovi„ (centrosinistra) sta puntando tutto sulla concessione cinquantennale dei 1024 chilometri della rete autostradale nazionale dalla quale spera di ricavare dai 2,6 ai 3,3 miliardi di euro che andrebbero così a portare ossigeno alle disastrate casse dello Stato, la società civile che si è già organizzata in associazioni punta invece all’introduzione del sistema di pedaggio delle vignette, come già avviene in Slovenia e come sta pensando di fare anche la Germania, come preannuncia la Bild am Sontag. E la notizia non sarebbe nemmeno tanto eclatante se non si ricordassero le proteste che proprio la Croazia inviò alla Slovenia quando questa decise di introdurre le vignette nel proprio sistema autostradale, definendolo un “colpo basso” al flusso turistico in direzione coste croate dell’Adriatico.

Sul sistema vignette in Croazia sono già stati elaborati degli studi da parte della facoltà per il traffico dell’Università di Zagabria nei quali appare chiaro che il pedaggio così strutturato porterebbe buoni introiti allo Stato. Lo studia evidenzia altresì la possibilità di aumentare del 25% il prezzo delle suddette vignette durante la stagione turistica, altrimenti il loro prezzo dovrebbe essere pari a 90 euro l’anno. Ora si è fatto vivo anche l’analista economico Josip Budmir, il quale, come scrive il Delo di Lubiana, il quale afferma che «le vignette sono l’unica soluzione per le autostrade croate» visto che la loro introduzione porterebbe alle casse statali qualcosa come 220 milioni di euro all’anno che è molto di più (almeno il 10%) di quanto viene garantito dal vigente sistema dei pedaggi “normali”. Secondo Budmir il sistema vignette può essere introdotto in due anni e garantirebbe il rientro dei debiti della società statale che gestisce la rete in meno di 20 anni.

Sull’altro versante, come detto, il governo croato che punta molto sulla concessione, attualmente regime già in vigore nel tratto Zagabria-Maclje (60 km) gestita dalla francese Egis Road Operation il cui azionista di maggioranza è la Pyhrn Concession Holding e quello di minoranza allo Stato croato e sulla Ipsilon istriana gestita dalla società mista Stato-francesi della Boygues della Bina Istra. Secondo il ministero dei Trasporti di Zagabria ci sarebbe un notevole interesse a rilevare la gestione delle autostrade croate. Secondo indiscrezioni i più interessati sarebbero i cinesi i quali, peraltro, sono già intervenuti nei Balcani garantendo alla Serbia un prestito a tasso agevolato del 2% per la costruzione della sua rete autostradale. Va sottolineato però che l’azienda che statale croata che gestisce le autostrade è profondamente indebitata, non riesce a pagare le scadenze dei prestiti ricevuti né è in grado di accenderne altri. Viste queste premesse non si esclude, dunque, che in un futuro neanche tanto lontano le autostrade croate diventeranno cinesi ma con tanto di vignetta “made in Pechino”.

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